È stata la mano di Dio è un Film parzialmente autobiografico del 2021 scritto, diretto e co-prodotto da Paolo Sorrentino.
Trama
Napoli, 1984. Fabietto Schisa vive un'adolescenza spensierata in compagnia dei genitori Saverio e Maria e dei fratelli Marchino e Daniela. Gli Schisa, circondati da una pletora di parenti e amici sui generis, sono molto uniti e nutrono un grande affetto reciproco ma la loro serenità è guastata da alcuni eventi: la bella e spregiudicata Patrizia, sorella di Maria, viene picchiata dal marito Franco dopo avergli raccontato di un incontro miracoloso con San Gennaro e il munaciello, dietro il quale si nasconderebbe l'abitudine della donna a prostituirsi; Marchino, aspirante attore, viene bocciato a un provino con il Regista Federico Fellini e perde fiducia nelle proprie capacità; infine Maria scopre che Saverio l'ha tradita con una collega di lavoro e lo caccia di casa in seguito a un furibondo litigio. Ad alleviare questi problemi c'è un evento storico: il leggendario calciatore Diego Armando Maradona viene acquistato dal Napoli; la gioia e l'attesa per questa notizia coinvolge gli Schisa, i loro amici e l'intera Napoli e per Fabietto, dotato di estrema sensibilità, diventa il baluardo emotivo a cui aggrapparsi per superare tutte le tristezze.
Saverio e Maria si riappacificano e acquistano una villetta a Roccaraso dove passare le vacanze insieme alla famiglia. Un giorno propongono a Fabietto di seguirli là per un fine settimana in montagna, ma il ragazzo rifiuta poiché quella domenica si terrà la partita Napoli-Empoli, alla quale lui assisterà per veder giocare il suo idolo Maradona. Quel giorno, Saverio e Maria muoiono a causa di una perdita di monossido di carbonio prodotto dal caminetto. La disgrazia getta nello sconforto e nel dolore i fratelli Schisa; Fabietto in particolare rimarrà segnato dal fatto che i medici gli impediscano di vedere i corpi dei genitori. Al tempo stesso, il ragazzo matura la consapevolezza che, se non fosse stato trattenuto a Napoli dalla partita, probabilmente sarebbe morto anche lui: a salvarlo, nelle parole di suo zio Alfredo, è stata letteralmente "la mano di Dio", come veniva soprannominato il calciatore dopo aver segnato il celebre goal di mano. Disorientato e senza punti di riferimento, Fabietto cerca di superare il lutto e trovare la sua strada.
Nel frattempo zia Patrizia viene ricoverata in un ospedale psichiatrico: quando il ragazzo si reca a trovarla, la donna gli rivela che dopo l'incontro con san Gennaro e il munaciello era rimasta miracolosamente incinta ma, in seguito a nuove percosse da parte del marito, aveva subìto un aborto spontaneo e aveva chiesto di essere internata pur non soffrendo di alcuna malattia mentale allo scopo di sfuggire a una vita che la opprimeva; di conseguenza, anche nel ragazzo inizia a maturare l'idea di trasferirsi a Roma. Consuma il suo primo rapporto sessuale con l'anziana baronessa Focale, vicina di casa che, comprendendo il suo dramma, lo invita a casa propria con un espediente; in seguito stringe amicizia con il contrabbandiere Armando, che lo porterà a scoprire il sottobosco della delinquenza napoletana; al contempo sogna di studiare cinematografia, affascinato da una pellicola surrealista di Antonio Capuano e dall'attrice est-europea Yulia. Intanto Fabietto vede deteriorarsi anche il rapporto con Marchino, il quale reagisce al dolore evitando di preoccuparsi del futuro, e con Daniela, che gli rivela l'esistenza di un fratellastro illegittimo avuto dal padre con la sua amante.
Durante uno spettacolo di Yulia, Fabietto vede intervenire lo stesso Antonio Capuano, che con ferocia stronca la recitazione dell'attrice, evidenziandone platealmente tutti i difetti. Il ragazzo ha un lungo colloquio col regista, nel quale gli esprime il desiderio di andare a Roma per studiare cinema; Capuano, tuttavia, comprende che questo sarebbe soltanto il suo tentativo di sfuggire al dolore, e gli rivela che il cinema non avrà mai il potere di guarirlo dal lutto; lo invita pertanto a «non disunirsi», ossia a non fuggire da Napoli e dal suo passato, e gli propone di fare cinema con lui per poter raccontare le molte storie che offre la città. Dopo che Napoli vince il suo primo scudetto, Fabietto comprende di non poter più resistere al dolore e decide quindi di tener fede al proposito di recarsi a Roma: lungo il tragitto in treno, in una stazione desolata,Fabietto vede apparire un munaciello, che lo saluta con lo stesso fischio adoperato dai genitori per esprimere affetto reciproco e ai figli.
|
Interpreti e personaggi |
|
Nessun commento:
Posta un commento