21 dicembre 2025

TEATRO - ' ANGELO, TIRANNO DI PADOVA ' - VICTOR HUGO

Angelo, tiranno di Padova, o più comunemente Angelo, è un dramma di Victor Hugo, scritto verso il 1835 e ambientato a Padova nel 1549.

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Trama

L'opera è divisa in tre principali parti, denominate "giornate".

Giornata prima: la chiave

Angelo si compiace con l'attrice Tisbe della bella festa che ha organizzato nella sua casa. Angelo, podestà di Padova, pur essendo sposato, è invaghito dell'attrice, ed è gelosissimo di lei. Infatti le chiede con insistenza come mai stesse parlando con uno dei bargelli della città. La donna risponde che si rivolge ad ogni poliziotto di ogni città in cui va per cercare una persona: anni prima, Tisbe, con la madre, cantava nelle piazze di Brescia, ed un giorno cantò una canzone che conteneva versi offensivi verso la Repubblica di Venezia, e per questo un senatore la condannò a morte. Una figlia del senatore, impietosita, lo pregò di graziare la donna. La madre di Tisbe per riconoscenza le donò un crocifisso, dicendole che le avrebbe portato fortuna. Da allora Tisbe è alla ricerca di quella donna.

Uscito Angelo, entra Rodolfo, amante di Tisbe, proscritto da Padova da lungo tempo, che l'attrice fa passare per suo fratello. Rodolfo, però, confida all'amico Anafesto di non amare Tisbe, ma un'altra donna. Uscito Anafesto, dalle tenebre del giardino spunta un uomo: Omodei. Egli ha ascoltato tutto, e sa che Rodolfo è un falso nome, e il giovane si chiama Ezzelino da Romano, la cui famiglia regnava a Padova, e da Padova è stata cacciata. Omodei lo tranquillizza, dicendo che sa la sua storia, e sa benissimo cosa prova Rodolfo, e l'aiuta a rivedere la donna che ama, Caterina, moglie di Angelo. Poi, però Omodei rivela a Tisbe il piano di Rodolfo, ma lei non ci crede. Omodei allora la esorta a prendere una chiave da Angelo, che porta sempre con sé. La chiave porta ad un passaggio segreto che comunica con le stanze di Caterina nel suo palazzo. Tisbe alla fine accetta di prendere la chiave e scoprire cosa aprirà mai.

Giornata seconda: il crocifisso

Reginella e Dafne, ancelle di Caterina, negli appartamenti della signora parlano del fatto che un giovane, alcuni giorni prima, aveva avuto la sfacciataggine di avvicinarsi alla nobildonna. Uscita Dafne, Reginella vede entrare nella stanza tramite un passaggio segreto Omodei, che le intima di tacere, rivelando di essere un membro del Consiglio dei Dieci. Omodei intima a Reginella di uscire, e dopo fa entrare Rodolfo e gli spiega il motivo della sua premura per lui: giorni prima il giovane l'aveva salvato da tre uomini che lo volevano uccidere. Rodolfo lo ringrazia, ed Omodei sparisce, non prima di aver lasciato un foglio sul tavolo.

Entra Caterina, che, lasciata sola da Dafne, rivede Rodolfo, e i due si riabbracciano. Subito dopo, notano però il foglio che ha lasciato Omodei, con scritto un messaggio sinistro: Caterina inorridisce, dato che Omodei giorni prima aveva tentato di sedurla, e lei l'aveva cacciato. Rodolfo capisce: Omodei l'aveva aiutato solo per fargli raggiungere la camera di Caterina e per poi accusarli entrambi e per vendicarsi di loro. Rodolfo si nasconde nella cappella antistante alla camera di Caterina, dato che qualcuno sta ripercorrendo il passaggio segreto: Tisbe. Tisbe entra, e costringe Caterina a farsi dire chi era con lei. Caterina è confusa, dato che non sa chi è la donna. Alle minacce di Tisbe di chiamare il marito, Caterina implora pietà, mostrando il crocifisso. Tisbe impallidisce: è lei la donna che le salvò la madre. Quando Angelo giunge, Tisbe spiega che aveva utilizzato il passaggio segreto per avvertire lui e la moglie di una congiura ai suoi danni. Angelo si rassicura, mentre Tisbe dice a Caterina di far fuggire subito Rodolfo dall'oratorio, e le dà la chiave per farlo fuggire.

Giornata terza: lo scambio

Angelo ha fatto allestire a lutto la chiesa di Sant'Antonio, e si prepara ad uccidere Caterina. Egli infatti ha scoperto da alcuni sbirri, una notte, un biglietto da Caterina indirizzato a Rodolfo. Era stato Omodei a farselo consegnare con la forza da Reginella; durante una zuffa notturna con Rodolfo fu però da lui ucciso. Mentre Rodolfo fuggiva Omodei riuscì a consegnare, morente, il foglio a due guardie, e a sussurrare il nome di Rodolfo, da riferire ad Angelo. Le due guardie dunque avevano consegnato il foglio, ma avevano anche dimenticato il nome del misterioso amante. Angelo, senza esitare, si prepara a vendicare l'onore macchiato. La ragazza chiede pietà, ma Angelo risponde che se dirà il nome dell'amante si salverà. Intanto, giunge Tisbe, che, su richiesta di Angelo ha portato una boccetta contenente un veleno potentissimo, da far bere Caterina. Tisbe rassicura Caterina, e dice che, se una delle due donne deve morire, non è certo lei. Caterina alla fine beve il veleno. Angelo fa portare il corpo nel sotterraneo, dove Tisbe attende l'arrivo di Rodolfo, che vuole sapere dove sia Caterina. Tisbe, allora, dice di averla uccisa. Furente, Rodolfo l'accoltella, ma in quel momento Caterina si risveglia: ella non era morta, ma Tisbe le aveva fatto bere un narcotico molto potente che finge la morte. Rodolfo si pente del suo gesto, ma Tisbe lo perdona, benedice la coppia e, infine, muore.

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