Amor sacro e Amor profano
Negli stessi anni avvenne l'avvicinamento di Tiziano ai circoli umanistici della città, sostenuti dal patriziato e dai ricchi mercanti, con la partecipazione di intellettuali quali P. Bembo, M. Equicola e L. Ebreo.
I temi filosofici, letterari, mitologici e musicali circolanti in questi ambienti furono da lui tradotti in una serie di dipinti dal carattere squisitamente elitario.
Celeberrima l'allegoria dell'Amor sacro e Amor profano, in cui più livelli di lettura celebrano l'amore e fanno da esempio alla giovane sposa di Niccolò Aurelio, gran cancelliere di Venezia. Lasciate ormai il mondo e le atmosfere di Giorgione, Tiziano affermò sempre più un modello monumentale e ispirato a forme classiche e serene.
Il successo di questa nuova concezione fu tale da dare avvio a una nuova fase, caratterizzata dal «classicismo cromatico», in cui i personaggi, animati da un «gioiosa sensazione di vita», sono inseriti in un'atmosfera dominata da risalti e penombre sapientemente dosati, con una tavolozza brillante e corposa, carica di forza espressiva, che si allontana sempre più dai toni pulviscolari del tonalismo.
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