Il Capitale (Das Kapital) è l'opera maggiore di Karl Marx ed è considerata il testo-chiave del marxismo. Il Libro I del Capitale fu pubblicato quando l'autore era ancora in vita (l'11 Settembre 1867), gli altri due uscirono postumi. Il Libro II ed il III uscirono a cura di Friedrich Engels rispettivamente nel 1885 e nel 1894, mentre il Libro IV venne pubblicato (1905-1910) da Karl Kautsky con il titolo di Teorie del plusvalore.
Il Capitale non può essere considerato soltanto un trattato di Economia in quanto - parlando del sistema economico - Marx espone anche le caratteristiche generali della Società capitalistica e dei rapporti che ci sono tra i suoi componenti.
Alla base del Capitale c'è la tesi del materialismo storico, che si propone di spiegare attraverso la Dialettica, considerata come metodo, le condizioni e le caratteristiche della vita materiale attraverso le contraddizioni a cui danno luogo.
Per la dialettica, Marx è debitore nei confronti del Filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel, di cui nel proscritto alla seconda edizione del "Capitale"(1873) si professa scolaro:
"Perciò mi sono professato apertamente scolaro di questo grande pensatore, e ho perfino civettato qua e là, nel Capitolo sulla teoria del valore, col modo di esprimersi che gli era peculiare. La mistificazione alla quale soggiace la dialettica nelle mani di Hegel non toglie in nessun modo che egli sia stato il primo ad esporre ampiamente e consapevolmente le forme generali del movimento della dialettica stessa. In lui essa è capovolta. Bisogna rovesciarla per scoprire il nocciolo razionale entro il guscio mistico" (Il Capitale, Poscritto alla seconda Edizione, 1873).
Secondo Marx inoltre le condizioni e le caratteristiche della vita materiale, incidono inevitabilmente sugli altri aspetti della vita sociale, in quanto esiste una struttura, che è costituita dall'economia, che determina varie sovrastrutture, che da questa dipendono (Struttura e sovrastruttura ).
Marx analizza il sistema capitalistico per capire come questo sia nato, in modo particolare come si sia sviluppato e evidenzia le contraddizioni insite in questo modo di produzione.
L'Autore è convinto che le caratteristiche delle diverse società storicamente esistite dipendano essenzialmente dai mezzi di produzione e dalle tecniche produttive utilizzati, nonché dei rapporti sociali di produzione. Per rapporti sociali di produzione si intendono i rapporti tra le varie classi che si fronteggiano nel processo produttivo.
Per esempio il sistema schiavistico era basato sullo schiavo non libero e su un rapporto del tutto dispotico tra padrone e schiavo. La società feudale invece aveva sciolto questo vincolo ferreo, ma pur tuttavia le classi sfruttate erano tenute a effettuare prestazioni lavorative (ad esempio le corvé) per le classi dominanti in virtù di vincoli determinati da leggi, da regole religiose ecc. In sostanza neppure nel medioevo gli Uomini erano tutti uguali di fronte alla Legge.
Con le rivoluzioni borghesi, invece, nelle società evolute si è affermato il modo di produzione capitalistico, in cui gli uomini sono tutti uguali davanti alla Legge. Pur tuttavia i Proletari sono costretti a lavorare per i proprietari dei mezzi di produzione a causa di una dipendenza che è tutta economica. Infatti la concentrazione della proprietà dei mezzi di produzione e dei mezzi di sussistenza dei lavoratori nelle mani di alcuni, costringe chi non ha niente a dover vendere le sue prestazioni lavorative per poter sopravvivere e mantenere la famiglia.
Marx tenta di spiegare come avviene che - in una società in cui tutti sono liberi e uguali e in cui ogni merce, compresa la forza-lavoro, viene venduta secondo il suo valore - si determina lo sfruttamento dei Lavoratori.
Nel primo libro del Capitale viene trattato il problema della merce, la quale presenta un duplice aspetto: ha un valore d'uso in quanto è utile a qualcosa (alla soddisfazione di un bisogno attraverso il consumo o a produrre altre merci) ed ha un valore di scambio perché deve poter essere scambiata con altre merci. Secondo la sua Teoria del valore, un prodotto (in base all'equazione valore = lavoro, ripresa dall'Economia classica e rielaborata) ha tanto più valore quanto più tempo di lavoro viene impiegato dalla società per produrlo.
La caratteristica che differenzia l'economia borghese dalle altre forme di Economia è il fatto che i capitalisti non producono al fine di consumare la merce, ma al fine di accumulare ricchezza. Alla base di questo sistema economico c'è il capitalista, che investe denaro in merci, le quali vengono usate nel processo produttivo per poi venderne il prodotto e ricavarne una somma di denaro maggiore di quella investita.
Ciò è possibile soprattutto grazie al plusvalore che proviene dal pluslavoro dell'Operaio, cioè una eccedenza di Lavoro prestato rispetto a quello che sarebbe necessario per produrre i beni di consumo dei Lavoratori o, ciò che è lo stesso, rispetto al lavoro rappresentato dai salari dei lavoratori.
Questo Lavoro in più, gratuitamente prestato, rimane a disposizione del capitalista ed è l'unica fonte del profitto.
Viene poi spiegata la differenza tra Capitale variabile (quello investito nei salari) e Capitale costante (quello impiegato per i macchinari e per eventuali acquisti di merci necessarie alla produzione). In modo particolare si evidenziano i rapporti che intercorrono tra i due tipi di Capitale, e tra questi e il plusvalore.
Nel secondo Libro Marx analizza la circolazione, la rotazione e la riproduzione del Capitale, mostrando come e a quali condizioni esso può riprodursi e espandersi.
Nell'ambito di questa analisi vengono presentati gli schemi di riproduzione, poi divenuti famosi, che dimostrano come, nell'ambito di una economia di mercato, le condizioni che assicurano una crescita senza crisi possono verificarsi solo casualmente. Tali condizioni coincidono con la necessità che tutta la ricchezza prodotta e non consumata venga impiegata (investita) per dare luogo ai successivi cicli produttivi. Si tratta della stessa condizione Risparmi = Investimenti formulata successivamente da John Maynard Keynes, di cui Marx ha anticipato diverse idee.
Nel terzo libro Marx introduce i molteplici capitali e la concorrenza tra di loro, mostrando che a questo nuovo livello di analisi, più vicino alla realtà delle cose, i prezzi delle merci oscillano attorno ai loro valori, cioè dal lavoro in esse contenuto.
I prezzi vengono fatti derivare dai valori attraverso un processo denominato Trasformazione dei valori in prezzi di produzione.
Sempre nel terzo Libro Marx formula la nota Legge della caduta tendenziale del saggio del profitto in base alla quale - con lo sviluppo della produttività, che richiede sempre meno lavoro per produrre la stessa quantità di merci, e dell'accumulazione del capitale, che determina l'espansione in valore del Capitale sociale - a una determinata quantità di lavoro si contrappone un valore del Capitale crescente. Poiché il lavoro è l'unica fonte del profitto, il saggio del profitto, che è il rapporto tra plusvalore e valore del Capitale impiegato, è soggetto a una tendenza storica a ridursi, tendenza contrastata da "cause antagonistiche".
La dialettica tra queste tendenze è un'ulteriore causa delle crisi. Infine, nello stesso libro, Marx esamina le forme di Capitale non produttivo (Capitale mercantile, capitale dato a prestito, ecc.) e la rendita. Le forme di creazione di capitale diverse dal lavoro sarebbero quindi fittizie e i riequilibri ciclici scaturirebbero in altrettante crisi economiche.
Marx da un lato riconosce un ruolo storico propulsivo al progresso svolto dall'Economia borghese, che ha liberato gli Uomini dai vincoli personali di dipendenza giuridica e ha liberato le forze produttive dai vincoli che ne ostacolavano lo sviluppo nei precedenti sistemi. Nel contempo egli dimostra l'aspetto critico di quell'economia, tant'è che evidenzia le sue contraddizioni, che si manifestano nelle crisi, che porteranno ad un'altra struttura economico-sociale: il Comunismo, in cui anziché essere la mano invisibile del mercato a determinare le scelte economiche, saranno "gli uomini liberamente associati" a stabilire cosa e come produrre, e come ripartire i beni prodotti.
Nessun commento:
Posta un commento