Toccata e fuga in fa maggiore, BWV 540
#Music #Organ #Bach #History #BWV540
Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1708 - 1717
Edizione: Bureau de Musique, Lipsia, 1832 circa
Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1708 - 1717
Edizione: Bureau de Musique, Lipsia, 1832 circa
La tonalità d'impianto della Toccata è
perentoriamente affermata, fin dall'esordio, dal lungo pedale nella
parte grave; dalla fluida figura melodica del contrappunto superiore
(intessuta intorno alle triadi sul primo e sul quinto grado che
costituiscono il fondamento della grammatica tonale); dalla
riconferma che, di questa proposizione melodica, offre, alla terza
battuta, il contrappunto mediano impegnato a riesporre, secondo la
procedura dell'imitazione canonica, l'inciso precedente.
Questo svolgimento rappresenta una
tipica convenzione formale dello stile barocco, e in particolare di
quello di Bach. Secondo una disamina fraseologica di Anton Webern
(contenuta in una conferenza che il musicista viennese tenne nel 20
marzo 1933) al tempo di Bach «non si costruiva una frase di quattro
battute (questa è la forma normale, particolarmente in Beethoven),
ma una sola frase di due battute, subito ripetuta... Proprio per
questa ripetizione si rendeva possibile e necessario che venisse
subito dopo qualcosa di nuovo. E difatti succedeva che i motivi
venissero sviluppati» (o meglio, come Webern altrove meglio precisa,
«svolti»). Sviluppo e svolgimento che, come Webern giustamente
osserva, rivelano che, alla base di tutto ciò, «c'è lo sforzo, la
tendenza ad esprimersi il più chiaramente possibile».
La seconda parte del componimento
bachiano è costituita da una fuga a due soggetti. Il primo soggetto
afferma un austero procedimento melodico, nell'ambito del quale gli
stessi abbellimenti (mordenti, trilli, ecc.) assecondano l'incisivo
carattere dell'esposizione (secondo una procedura, del resto, tipica
alla quasi totalità dei lavori bachiani: nei quali la componente
ornamentale, estranea al settecentesco «stile galante», asseconda
piuttosto la vigorosa accentuazione del discorso contrappuntistico).
Il resto della fuga segue — almeno
dal punto di vista strettamente formale — lo svolgimento proprio
alla struttura fugata: esposizione del primo soggetto; esposizione
del secondo soggetto, concepito, attraverso la scorrevole animazione
che lo caratterizza, nei termini di una netta differenziazione
rispetto al primo soggetto; «divertimenti» vari, come al solito
impegnati a rielaborare incisi ricavati dalle parti «obbligate»;
modulazioni ai toni vicini con relativa «ripercussione» del
soggetto; serrata ricapitolazione degli «stretti» (nei quali,
secondo una prassi usuale, le entrate tematiche si seguono sempre più
da presso); conclusione: condotta, in questo caso, al livello di una
grandiosa amplificazione sonora e polifonica.
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