Giacinto Rossi (de Rubeis), nasce il 6 Febbraio 1724, muore
il 18 Dicembre 1796.
Organaro italiano.
I ritrovamenti archivistici hanno messo in luce un'attività
continuativa di circa un cinquantennio del Rossi che conferma così la stima
approssimativa dei suoi organi: «oltre trenta», secondo il Casalis; «fino a 46
ed uno di questi per la Spagna», secondo Giuseppe Boggiano (1839-1891), prevosto
di S. Martino Paravanico, che ottenne le informazioni da un pronipote del
Rossi. Tale attività era estesa al Genovesato, in particolare nelle valli Polcevera
e Scrivia, nel Savonese, nell'Imperiese e in Spagna (in località sconosciuta).
I primi lavori dovrebbero situarsi intorno agli anni Cinquanta
del Settecento, mentre il più antico contratto finora ritrovato è del 1758.
Giacinto Rossi doveva certamente avere qualche
collaboratore, ma ci è noto soltanto il nipote Giacomo (figlio del fratello
Giovanni Battista) al quale nel testamento lascerà gli attrezzi da lavoro, nel
caso avesse voluto continuare l'attività: «Dichiaro che di quelli ferramenti ed
ordigni che sono nella casa ove abito, servibili per fabricar organi, e misure
di essi, e suoi scomparti, qualora il reverendo Giacomo Rossi di Giovanni
Battista mio nipote se ne volesse servire per far organi, possa liberamente
averne l'usofrutto». Non sembra però che il nipote abbia proseguito l'attività
dello zio.
Dell'attività organaria del Rossi, l'unico strumento integro
sembra essere quello di Prarolo di Isola del Cantone (Genova)
proveniente dalla Parrocchiale di Campomorone. Gli Organi della Parrocchiale di
San Martino Paravanico, trasferito in frazione Caffarella nel 1896, conserva
parte consistente del materiale fonico, il somiere e la cassa, mentre lo
strumento della Parrocchiale di Mele è stato oggetto di un recente Restauro.
Di altri strumenti rimangono soltanto le casse e le facciate, spesso
caratterizzate dalla presenza di due campate molto strette, interposte alle tre
maggiori: una caratteristica che contraddistingue i prospetti del Rossi da
quelli degli altri suoi colleghi liguri.
Non si può escludere, inoltre, che l'attività del Rossi
fosse estesa ai Clavicembali ed Claviorgani. Nel testamento di un suo nipote,
omonimo e sacerdote, (figlio di un altro fratello, Giuseppe), morto nella sua
abitazione a Ca' de Rossi, il 28 settembre 1804, si legge infatti: «Item
voglio che mio fratello Giacomo consegni a P.e Giacomo Rossi mio cugino
l'organetto, che è sotto il cembalo da ritenerselo in proprietà»
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