La
Traviata è un'Opera in Tre Atti di Giuseppe Verdi su libretto di
F.M. Piave.
È
basata su La Signora delle Camelie, Opera Teatrale di A. Dumas
figlio, che lo stesso autore trasse dal suo precedente omonimo
romanzo.
Fa
parte della "trilogia popolare" assieme a Il Trovatore e a
Rigoletto.
Fu
in parte composta nella villa degli Editori Ricordi a Cadenabbia, sul
Lago di Como.
La
prima Rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice il 6 Marzo 1853
ma, a causa forse di interpreti carenti e - probabilmente - per il
soggetto allora considerato scabroso, non si rivelò il successo che
il suo autore si attendeva; fu ripresa il 6 Maggio dell'anno
successivo a Venezia al Teatro S. Benedetto in una versione
rielaborata e con
interpreti più validi, come Maria Spezia Aldighieri e finalmente,
diretta dal Compositore, riscosse il meritato successo.
Personaggi
:
Violetta
Valéry (Soprano)
Flora
Bervoix, sua amica (Mezzosoprano)
Annina,
serva di Violetta, (Soprano)
Alfredo
Germont (Tenore)
Giorgio
Germont, suo padre (Baritono)
Gastone,
Visconte di Létorières (Tenore)
Il
Barone Douphol (Baritono)
Il
Marchese d'Obigny (Basso)
Il
Dottor Grenvil (Basso)
Giuseppe,
servo di Violetta (Tenore)
Un
domestico di Flora (Basso)
Un
Commissionario (Basso)
Servi
e signori amici di Violetta e Flora, Piccadori e mattadori, zingare,
Servi di Violetta e Flora,maschere
Trama
:
Atto I :
(Scena
I, Scena II, Scena III, Scena IV)
Dopo
un profondo e toccante addio Preludio, il Sipario si apre mostrando
un elegante salone della casa parigina di Violetta Valery, dove lei,
donna di mondo, attende gli invitati. Violetta saluta tra gli altri,
Flora Bervoix e il visconte Gastone de Letorières, che le presenta
Alfredo Germont, spiegandole che è un suo grande ammiratore e che
durante la sua recente malattia si era recato spesso nella sua casa
per ricevere notizie. Dopo aver chiesto spiegazioni per il
comportamento ammirevole di Alfredo, Violetta rimprovera il suo
protettore, il Barone Douphol, di non aver avuto la stessa
sollecitudine del giovane; il Barone, irritato, mostra il suo
disappunto a Flora. Poco dopo Violetta, propone un brindisi, al quale
si unisce subito Alfredo, seguito dagli altri invitati, che cantano
gioiosamente le lodi del vino e dell'amore.
Si
ode quindi della musica provenire dalle altre stanze; Violetta invita
gli ospiti a recarsi nella sala accanto. Uscendo, però, si sente
male. Sedendosi, invita gli ospiti ad avviarsi e promette di
raggiungerli subito. Guardandosi allo specchio, Violetta nota il suo
pallore e allo stesso tempo si accorge di Alfredo, che si è
trattenuto ad aspettarla. Egli la rimprovera per aver trascurato la
sua salute e poi confessa di amarla. Colpita, Violetta chiede da
quanto egli l'ammiri. Alfredo risponde che l'ama da un anno, dalla
prima volta in cui l'ha vista felice. Incapace di provare vero amore,
Violetta propone una semplice amicizia, ma quando Alfredo sta per
allontanarsi gli porge un fiore, invitando il giovane a
riportarglielo il giorno seguente. Alfredo si allontana felice.
Intanto giungono dalla stanza vicina gli ospiti che prendono congedo
da Violetta, ringraziandola per la bella e allegra serata. Ormai
sola, Violetta nota con incredibile sorpresa che le parole di Alfredo
l'hanno scossa. Incerta, decide infine di continuare a vivere come ha
sempre fatto, come una cortigiana e di rinunciare ad essere
finalmente amata seriamente.
Atto II :
(Scena
I, Scena II, Scena III, Scena IV, Scena V, Scena VI, Scena VII, Scena
VIII, Scena IX, Scena X, Scena XII, Scena XII, Scena XIII, Scena XIV,
Scena XV)
Quadro I :
Alfredo
è contento della sua vita con Violetta (De' miei bollenti spiriti),
quando sopraggiunge Annina, la domestica di lei. Interrogata da
Alfredo, ella ammette di essere stata a Parigi per vendere tutti i
beni della sua padrona coi quali poter pagare le spese di
mantenimento della casa. La somma ammonta a 1.000 luigi e Alfredo
promette di andare lui stesso a sistemare gli affari e raccomanda ad
Annina di non far parola del loro dialogo con Violetta. Una volta
solo, Alfredo si incolpa per la situazione finanziaria (Oh mio
rimorso! Oh infamia!)
Violetta
entra in scena ed il suo cameriere, Giuseppe, le porge una lettera di
invito per quella sera ad una festa presso il palazzo di Flora.
Subito dopo Giuseppe annuncia la visita di un signore. Violetta
ordina di farlo entrare, credendolo il suo avvocato. È invece
Giorgio Germont, il padre di Alfredo, che l'accusa duramente di voler
spogliare Alfredo delle sue ricchezze. Violetta allora gli mostra i
documenti che provano la vendita di ogni suo avere per mantenere
l'amante presso di lei ed il vecchio signore capisce la situazione.
Pur convinto dell'amore che lega Violetta al figlio, egli le chiede
un sacrificio per salvare il futuro dei suoi due figli. Germont
spiega che ha anche una figlia e che Alfredo, se non torna subito a
casa, rischia di mettere in pericolo il matrimonio della sorella
(Pura siccome un angelo). Violetta così propone di allontanarsi per
un certo periodo da Alfredo; ma non basta e il vecchio Germont le
chiede di abbandonarlo per sempre. Violetta, senza parenti né amici
e provata dalla tisi, non può accettare. Germont le fa allora notare
che quando il tempo avrà cancellato la sua avvenenza (Un dì quando
le veneri), Alfredo si stancherà di lei, che non potrà trarre
nessun conforto, non essendo la loro unione benedetta dal cielo.
Stremata, Violetta accetta di lasciare Alfredo.
Rimasta
sola, Violetta scrive dapprima al barone Douphol, poi ad Alfredo per
annunciargli la sua decisione di lasciarlo; non appena terminata la
lettera, Alfredo entra agitato perché ha saputo della presenza del
padre. Propone a Violetta di andare a conoscerlo ma lei, dopo essersi
fatta giurare l'amore di Alfredo (Amami Alfredo), fugge. Alfredo si
insospettisce della fuga di Violetta, e riceve la lettera (dal
cocchio in partenza) che lei poco prima stava scrivendo. "Alfredo,
al giungervi di questo foglio..." è quanto legge e quanto basta
per fargli capire che Violetta lo ha lasciato. Quando vede l'invito
di Flora sul tavolo, capisce che Violetta è alla festa, e,
infuriato, decide di recarvisi anche lui, nonostante le suppliche del
padre (Di Provenza il mar, il suol).
Quadro II :
Alla
festa a casa di Flora Bervoix si vocifera della separazione di
Violetta e Alfredo. Durante i festeggiamenti per il carnevale,
Alfredo arriva per cercare Violetta, e successivamente Violetta
arriva accompagnata dal barone. Alfredo, giocando, insulta in modo
indiretto Violetta, scatenando l'ira del barone, che lo sfida ad una
partita di carte. Il barone perde ed Alfredo incassa una grande
somma. Violetta chiede un colloquio con Alfredo, durante il quale lo
supplica di andare via e, mentendogli, dice di essere innamorata del
Barone. Alfredo, sdegnato, chiama tutti gli invitati (Or testimon vi
chiamo che qui pagata io l'ho), e getta una borsa di denaro ai piedi
di Violetta, che sviene in braccio a Flora. Tutti inveiscono contro
Alfredo, e arriva il padre che lo rimprovera del fatto. Il barone
decide di sfidare a duello Alfredo. Alfredo è innamorato di Violetta
che a sua volta dichiara di amarlo.
Atto III :
(Scena
I, Scena II, Scena III, Scena IV, Scena V, Scena VI, Scena ultima)
La
scena si svolge nella camera da letto di Violetta. La tisi si fa più
acuta e ormai il dottor Grenvil rivela ad Annina che Violetta è in
fin di vita (La tisi non le accorda che poche ore). Violetta, sola
nella sua stanza, rilegge una lettera che custodiva vicino al petto,
nella quale Giorgio Germont la informava di aver rivelato la verità
ad Alfredo e che il suo amato, in viaggio in un paese lontano, sta
tornando da lei. Verdi accompagna il parlato della protagonista con
un Violino solista che accenna il canto d'amore di Alfredo del primo
Atto ' Di quell'amor ch'è palpito '. Violetta sa che è troppo tardi
ed esprime la sua disillusione nella romanza ' Addio, del passato bei
sogni ridenti '.
Per
contrasto, all'esterno impazza il carnevale. Annina porta una buona
notizia: è arrivato Alfredo, che entra, abbraccia Violetta e le
promette di portarla con sé lontano da Parigi (Parigi, o cara...).
Giunge anche Giorgio Germont, che finalmente manifesta il suo
rimorso. Violetta chiama a sé Alfredo e gli lascia un medaglione con
la sua immagine, chiedendogli di ricordarsi sempre di lei. Per un
momento Violetta sembra riacquistare le forze, si alza dal letto, ma
subito cade morta sul canapè.
Organico orchestrale :
- Ottavino, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti, 2 Fagotti
- 4 Corni, 2 Trombe, 3 Tromboni, Cimbasso
- Timpani, Grancassa, Piatti, Triangolo
- Archi
Banda
:
- 2 Ottavini, 4 Clarinetti
- 2 Corni, 3 Trombe, 2 Tromboni, Cimbasso
- Grancassa, Tamburello, Castagnette
- Arpa
- 2 Contrabbassi
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