24 dicembre 2025

ARTE - STORIA DELL'ARTE - LA DONNA IN PIEDI ALLA SPINETTA - JAN VERMEER

 La Donna in piedi alla spinetta è un Dipinto a Plio su tela (51,8x45,2 cm) di Jan Vermeer, databile al 1672 e conservato nella National Gallery di Londra, Inghilterra.

#Art #History #Vermeer

Il soggetto è una giovane Donna che suona una spinetta, o "virginale", all'interno di una stanza arredata di una ricca abitazione di Delft. Lo si deduce dal pavimento a piastrelle di marmo bianco e nero, dal battiscopa in ceramica bianca con disegni azzurri di Delft e dai dipinti appesi alla parete.

L'Artista dovette ispirarsi a opere esistenti: il paesaggio potrebbe citare Jan Wijnants o Allart van Everdingen, mentre il Cupido che mostra una carta potrebbe essere di Caesar van Everdingen, fratello di Allart, e deriverebbe da un emblema dell'epoca, già usato dall'Artista nella Giovane donna assopita e nel Concerto interrotto. Simboleggia la fiducia verso l'amore oppure è da vedere in relazione con il virginale, come allusione tradizionale ad Amore e Musica; la carta celebra la fedeltà, intesa come amore da rivolgere solo a una persona. Altri amorini compaiono sulle piastrelle del battiscopa, le stesse della cucina della Lattaia.

Lo strumento, come quello della Donna seduta alla spinetta, mostra una veduta dipinta sul lato interno del coperchio. Si trattava di un piccolo Clavicembalo che, come ricorda lo stesso nome di "virginale", era spesso suonato dalle giovani donne nelle proprie abitazioni, mai in Concerto. La Musica, tema frequente nella Pittura olandese del Secolo d'oro, aveva molteplici significati: poteva rappresentare l'educazione e lo svago delle classi agiante, oppure essere metafora dell'armonia, ma anche della transitorietà, soprattutto nelle nature morte.

La luce spiove dolcemente da sinistra attraverso le finestre illuminando dolcemente la donna alle spalle, che ha un'acconciatura sofisticata, con uno chignon e riccioli che ricadono liberi sulla fronte, e indossa un corsetto azzurro guarnito da nappe che scendono sulle maniche gonfie del vestito in raso giallo, decorato da perline e nastrini. Guarda verso lo spettatore e accenna quasi un sorriso confidenziale, magari rivolto idealmente all'amico o all'artista, che pare quasi essere invitato a prendere posto nella sedia foderata di velluto azzurro in primo piano. L'effetto è quello di una straordinaria intimità.

L'artista usò diversi tipi di pennellata per ottenere effetti vari. La collana di perle è fatta con piccole gocce di bianco, mentre la manica dell'abito è ottenuta con pennellate pastose di colore, stese con virtuosismo in vere e proprie macchie di ombra e luce, che rivelano la loro reale consistenza solo a uno sguardo ravvicinato. Altrove l'artista ricorse a sfumature più delicate, legate alla tradizione dei Paesi Bassi, come nei trapassi tra chiarore e ombra sulla parete. Rispetto ai dipinti riferibili al decennio precedente, qui l'artista ha utilizzato una luce cristallina e fredda anziché soffusa, che delinea i bordi degli oggetti con decisione, come si vede bene anche dalle pieghe nette del panneggio.




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