Teseida è un poema scritto in lingua volgare da Giovanni Boccaccio.
L'opera narra la storia d'amore di due tebani per Emilia, sorella di Ippolita regina delle Amazzoni e quindi cognata di Teseo.
Teseo, figlio di Egeo, muove guerra contro le Amazzoni e ottenuta la vittoria sposa la loro regina Ippolita, per poi condurla ad Atene insieme alla sorella di lei Emilia. Avvicinato da alcune donne tebane che lo pregano di aiutarle contro la cattiveria del loro re Creonte, egli accetta la loro preghiera: sfida a duello Creonte e vince la tenzone. Alla fine della battaglia i guerrieri greci girano per il campo di battaglia per recuperare i loro morti e i feriti e incontrano due giovani tebani sanguinanti dal portamento nobile e dalle ricche armi che conducono da Teseo: i giovani si presentano come Arcita e Palemone, nipoti di Cadmo. Rinchiusi dal re Teseo nella prigione, vedono un giorno dalla finestra Emilia e ambedue se ne innamorano.
Teseo intanto decide di commutare la
detenzione in esilio, e Arcita viene allontanato per primo. Dopo
numerose peregrinazioni sotto le spoglie di Penteo a Corinto,
a Micene, a Egina e Pella, Arcita ritorna ad
Atene e, nascondendo la sua vera identità sotto il nome di Penteo
diventa servitore di Teseo. Egli si confida solamente a Panfilo che
mette però al corrente Palemone del ritorno dell'amico.
Palemone,
ancora in carcere, sapendo l'amico libero, riesce, con l'aiuto di
Panfilo, a evadere e si reca a cercare Arcita per ucciderlo. Lo trova
addormentato sotto un albero ma, preso dal sentimento d'amicizia che
li aveva sempre tenuti uniti, desiste dal suo proposito e svegliatolo
gli rivela il suo amore per Emilia, ma non essendo nessuno dei due
disposto a cedere all'amore per la bella fanciulla, spinti
dalla gelosia, decidono di battersi a duello.
Interviene Teseo che, dopo aver saputo l'identità dei due e la causa della contesa, dichiara che i due giovani si contenderanno Emilia nel teatro della reggia adibito a campo di battaglia: ognuno dei contendenti avrà con sé cento cavalieri e il gruppo che scaccerà l'altro sarà il vincitore.
Vengono descritti i preparativi per il singolare duello e tutti i nobili che erano giunti ad Atene per assistere. Lo scontro tra Arcita e Palemone ha inizio e si conclude con la vittoria del primo, il quale, pur essendo ferito a morte sposa Emilia. Nelle disposizioni testamentarie Arcita lascia scritto che alla sua morte Emilia doveva andare sposa a Palemone.
Arcita quindi muore e Teseo fa predisporre l'ufficio funebre e, dato l'ordine di tagliare un'intera selva, fa preparare un immenso rogo. Sul luogo dove era stata abbattuta la selva viene poi fatto innalzare un tempio che custodirà le ceneri del giovane tebano. La storia termina con le lussuose nozze di Palemone ed Emilia.
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