15 marzo 2023

MUSICA – LE LEZIONI DI DIREZIONE DI CARLOS KLEIBER


Il Direttore d’Orchestra è il punto di riferimento di tutti gli Orchestrali, tutti ricevono da lui una serie di informazioni che poi consapevolmente o meno trasformano in Suono, in un’esecuzione che riflette l’Interpretazione del Brano che il Direttore ha ricostruito nella sua mente dopo un attento e meticoloso Studio della Partitura.
Il Direttore può instillare le sue idee durante le Prove.
Se si prende Fritz Reiner è un esempio di uno stile direzionale piuttosto austero; ci troviamo di fronte ad un Musicista di enorme spessore, le sue Prove erano molto accurate e dettagliate, la sua conoscenza a memoria della Partitura e delle singole Parti ovviamente suscitava la riverenza ed il timore degli Orchestrali, anche se Musicisti con queste qualità non sono una rarità come si potrebbe pensare.

Godeva di un rispetto e dominio assoluto, per quasi 20 anni è stato il Direttore stabile della Chicago Symphony.
Riflettendo, sul risultato finale -squisitamente musicale- notiamo una certa staticità.
Si esamini quindi, molto attentamente, la sua Direzione e le domande potrebbero essere :
di fatto quali informazioni sta trasmettendo all'Orchestra?
  1. Tempo? Si.
  2. Dinamica? Si.
  3. Fa vedere tutte le entrate? Si, con lo sguardo controlla tutti.

COME SAPPIAMO, LA MUSICA NON È FATTA SOLAMENTE DA TEMPO DINAMICA ED ENTRATE..


Se dovessimo ricercare nella Direzione di Reiner indicazioni su aspetti più prettamente musicali come :
  • Fraseggio
  • Carattere
  • Struttura e Andamento della frase
  • Costruzione del periodo
  • Agogica
Però il suo risultato è statico, manca l’incedere in avanti, come se si camminasse sempre sullo stesso posto senza imboccare alcuna direzione. Questa infatti è la Critica che di solito gli veniva mossa .
Un Direttore deve trasmettere durante l’Esecuzione una serie di Informazioni globali sulla visione del Brano, non solo il tempo e la dinamica.

Tutte quelle informazioni essenziali per rendere il Brano vivo, l’esecuzione interessante, tenere la tensione sempre costante.
Osserviamo lo stesso brano sotto la direzione di Carlos Kleiber; si può “vedere” il Carattere, la Gioia, la Forza dirompente della Musica sprigionarsi attraverso tutta la sua Persona, dall'Espressione del viso ai movimenti del suo corpo, e le braccia ovviamente, e queste Informazioni come le vediamo noi soprattutto le vedono gli Orchestrali, che hanno gli strumenti in mano.


IL PROBLEMA È LA COMPENSAZIONE DEL TRANSITORIO D’ATTACCO, IL FAMOSO RITARDO DELL’ORCHESTRA. (diverso tra le sezioni degli Archi e dei Fiati, ma questo problema con la tecnica di Musin è risolto perfettamente, e lo Studio con i Pianisti è un ottimo simulatore di volo per il successivo volo libero con l’Orchestra ed una perfetta sincronizzazione fra le due Sezioni).


Noi sappiamo che l’emissione del Suono avviene durante la terza fase dell’attacco: la risalita del braccio.

Reiner per esempio dà il colpo, il braccio sale in alto, si ferma e dopo un brevissimo istante c’è la Reazione dell’Orchestra, quindi già in quel preciso momento non è insieme ai Musicisti, è fuori, deve aspettarli per reinserirsi e dare l’attacco successivo, questo si ripeterà in continuazione.

NELLA MUSICA, AL CONTRARIO, È IMPORTANTE FARE VEDERE QUELLO CHE SUCCEDE TRA UN IMPULSO E L’ALTRO

Tutto ciò lo si trova osservando Kleiber: per comprendere come compensa il transitorio d’attacco guarda molto attentamente l’attacco iniziale , innanzitutto il Gesto è unico e continuo (questo incide tantissimo sulla Qualità del Suono, i Fiati possono respirare molto comodamente), non si ferma in alto come fa Reiner proprio nella primissima inquadratura del video, e l’emissione del suono avviene nel momento in cui il suo braccio si trova nel punto più alto (terza fase) esattamente insieme all'Orchestra. A differenza di Reiner quindi non deve fermarsi ad attendere, e ciò è determinante per ciò che segue, infatti gli consente di poter andare subito avanti senza esitazioni.

La Musica comincia a fluire fin da subito.
Poi, giustamente, dirige legato i soli e, facendo vedere la continuità e il legame fra i quattro impulsi dello schema, non provoca cedimenti di tempo.
C’è un legame inscindibile fra ciò che fa il Direttore e la Reazione dell’Orchestra; tutto quello che fa o non fa trova una corrispondenza in Musica.
L’Orchestra, cosciente o no, suona quello che vede, le Informazioni che riceve. E’ del tutto naturale che cambiando il Direttore cambi il Suono e la maniera di suonare dei Musicisti, è ovvio, non c’è alcunché di misterioso o sovrannaturale , o di gridare al miracolo come a molti farebbe piacere credere, ognuno di noi trasmette informazioni diverse.
E’ necessario però essere profondi conoscitori della Tecnica e avere un occhio allenato per accorgersi di tutti questi dettagli e mettere in relazione azione-reazione.
La partecipazione emotiva all'Esecuzione, inoltre, è indispensabile, coinvolge emozionalmente e fisicamente gli Orchestrali, al contrario la sua mancanza rende l’Esecuzione asettica e statica.
Spesso il rapporto con l’orchestra è falsato dagli orchestrali stessi che, in Brani di Repertorio e ben conosciuti, tendono a colmare le deficienze del Direttore risolvendo molti problemi automaticamente, in certi casi addirittura evitando di guardarlo, ma ciò è possibile fino ad un determinato limite; difficilmente un’Orchestra, nonostante tutta la buona volontà, potrà mai compensare l’assenza di espressività, mettere passione ed entusiasmo ed una idea unitaria e globale della Partitura se queste mancano nel direttore.

E’ IL DIRETTORE CHE TRASFONDE UN’ UNICA VISIONE DEL BRANO, EGLI È LA COLLA CHE UNISCE LE DIVERSE PERSONALITÀ DEGLI ORCHESTRALI, CHE NE FA UN UNICO STRUMENTO.

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