J.S. Bach – Cantata “Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust” BWV 170
Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust BWV 170 (Beato riposo, amato piacere dell’anima), eseguita il 28 Luglio 1726, sesta Domenica dopo la Trinità, è una cantata per Contralto solista, quindi senza Coro e senza Corale conclusivo, ed è caratterizzata dall'utilizzo dell’Organo come strumento obbligato, singolare curiosità visto che nella Musica Corale il suo ruolo era generalmente limitato a quello del basso continuo.
Il testo è tratto dalla pubblicazione del 1711 di G.C. Lehms Gottgefälliges Kirchen-Opffer… (Riflessioni devozionali per tutte le domeniche e i giorni festivi) e riguarda il tema del peccato e della necessità di rinunciarvi per rivendicare la pace interiore e la salvezza; si passa così da un’espressione di vera concordia a una dichiarazione di rinuncia ai peccati e al desiderio di morire ed essere liberati da tutte le trasgressioni passate.
La Cantata comprende cinque
Movimenti in una struttura simmetrica: tre Arie separate da due
Recitativi; l’Organico strumentale è formato da Oboe d’amore,
due Violini, Viola, Organo obbligato e Basso continuo.
Aria: Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust
La prima strofa è poetica e si sostanzia nell'evocazione di quella pace e appagamento interiore che si trovano soltanto nelle Armonie Celesti, non nel peccato. L’Aria ha un carattere quasi pastorale, il ritornello, pacato ma insistente, irradia un senso di contemplazione e concordia.
Recitativo: Die Welt, das Sünderhaus
Recitativo secco che dipinge una visione del mondo intriso di trasgressioni e connivenze con il demonio contro la parola di Dio; modulazioni sottolineano le varie situazioni.
Aria: Wie jammern mich doch
L’Aria si distingue per due caratteristiche. Non c’è una parte per il basso continuo, la linea più bassa è portata da violini e viole all'unisono; questa mancanza del “fondamento” può essere interpretata, secondo il musicologo Alfred Dürr, come qualcuno o qualcosa che è assente, in questo caso, coloro che si sono allontanati da Dio. La seconda caratteristica sono le due linee melodiche indipendenti dell’organo obbligato. La voce entra con una melodia supplichevole, aspirante; nella parte finale i passaggi dell’organo hanno una direzione soprattutto discendente, forse a simboleggiare il movimento del colpevole che scende all'inferno. Nella conclusione si avverte più compassione che vendetta.
Recitativo: Wer sollte sich demnach
Recitativo accompagnato dagli archi; ornamenti su Mein Herze Zorn und Groll e su Der selbst die Liebe heißt.
Aria: Mir ekelt mehr zu leben
Aria col da capo. L’oboe raddoppia i violini, l’organo ha due ruoli, la mano destra suona la melodia obbligata, la sinistra esegue il basso continuo. Non volendo aggiungere un corale conclusivo, che avrebbe sbilanciato la struttura, Bach chiude la cantata utilizzando il contrasto vocale, minimizza il messaggio deprimente del testo Mir ekelt mehr zu leben (Mi disgusta continuare a vivere), enfatizza l’espressione Drum nimm mich, Jesu, hin! (Allora accoglimi, Gesù!).
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