Le intellettuali, è una commedia in cinque atti scritta nel 1672 dal commediografo francese Molière.
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La scena si apre con un dialogo in cui vengono espresse le visioni inconciliabili delle sorelle Armande e Henriette sul matrimonio. La prima, infatti, disprezza i legami e le azioni materiali, tutta protesa verso i nutrimenti dello spirito, mentre Henriette, la minore, sogna una vita in seno al focolare domestico, con un marito e una prole da amare. I suoi interessi si rivolgono verso il giovane Clitandre, le cui profferte amorose nei confronti di Armande si sono rivelate infruttuose. Clitandre si innamora a sua volta di Henriette.
Ariste, fratello di Chrysale, sonda allora il terreno presso il padre della giovane - lo stesso Chrysale -, ottenendo una convinta approvazione del matrimonio tra Clitandre e Henriette. Tuttavia, il capofamiglia è succube della moglie Philaminte, la quale, infatuata della letteratura, dell'arte e di tutte le manifestazioni dello spirito, rimprovera al marito la rozzezza e la cura del patrimonio familiare. Gli impone di cacciare Martine, la domestica, perché si è espressa con vocaboli poco consoni allo spessore culturale della casa, e il coniuge, pur non approvando, cede. Inoltre, Philaminte ha progetti diametralmente opposti per la figlia minore, volendo darla in sposa al pedante e ottuso poeta Trissotin.
L'atto si sofferma sulla lettura, da parte di Trissotin, di alcune sue poesie, dinanzi all'estasiato pubblico femminile formato da Philaminte, Armande e Bélise, sorella di Chrysale. Ogni verso - per lo più giochini retorici in poesie galanti rivolte a nobildonne - viene sottolineato dai sospiri e dal giubilo delle dame, orgogliose di appartenere ad una ristretta élite di persone colte. La sola Henriette sembra non apprezzare, mentre, dopo l'ascolto dei sonetti e dei madrigali, la padrona di casa annuncia di voler costituire un circolo letterario, così da coltivare le ricchezze dello spirito ed emancipare la donna dal ruolo in cui gli uomini la confinano.
In seguito, Trissotin introduce nella casa un suo amico poeta, imbevuto di cultura classica, la cui pedanteria lo eguaglia. Vadius, questo il suo nome, si produce con Trissotin in un ipocrita scambio di iperbolici complimenti, finché un malinteso non fa degenerare la scena e i due si coprono di insulti. Dopo la sceneggiata, Philaminte rivela il suo piano matrimoniale, mentre Chrysale, informato, viene convinto da Ariste a prendere coraggio e affrontare la situazione con autorità, dimostrando chi comanda in casa.
Clitandre si presenta da Philaminte e Armande (alla quale ricorda i suoi rifiuti, ora che ipocritamente si direbbe disposta, malgrado tutto, a sposarlo), esprimendo i propri sentimenti e la propria lontananza dallo sterile autocompiacimento delle "donne sapienti" e di Trissotin, lamentando inoltre la loro inutilità sociale e spiegando che le cose dello spirito devono unirsi a quelle concrete. Tutti i suoi argomenti vengono tuttavia respinti: Philaminte è determinata a concludere il matrimonio entro sera e manda a chiamare il notaio. Henriette e Clitandre, allora, si giurano eterno amore in un tête à tête, mentre Chrysale si appresta a scendere in campo.
Henriette decide di parlare personalmente a Trissotin, manifestandogli la propria stima, ma chiarendo che il suo cuore appartiene a un altro uomo. Il poeta, però, replica di essere perdutamente innamorato di lei, e dichiara di non poter rinunciare alla dolce idea del matrimonio. A questo punto sopraggiungono il notaio, Chrysale e Philaminte. L'uomo fa inizialmente valere con coraggio le proprie posizioni, ma si mostra in seguito titubante, e la situazione gli sfugge gradualmente di mano fino al provvidenziale intervento di Ariste. Questi inventa una bancarotta in cui sarebbe incorsa la famiglia, accolto dall'indifferenza di Philaminte (che dimostra così una certa sincerità nel suo distacco dai beni materiali).
Trissotin, allora, svela il proprio animo meschino e la natura mercenaria dei suoi piani, affermando di non poter sposare Henriette contro la volontà della giovane. Philaminte apre gli occhi e capisce i veri intenti del poeta: indignata, acconsente al matrimonio tra Henriette e Clitandre, mentre Ariste rivela di aver mentito per assicurare il lieto fine: non c'è stata alcuna bancarotta.
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