Claudio Monteverdi – Gloria a 7 voci “concertata con due violini & quattro viole da brazzo overo 4 tromboni“
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Il Gloria a sette voci, composto nel 1631 e dedicato alla Principessa Eleonora Gonzaga, è una delle Composizioni più imponenti di Monteverdi; incluso nella raccolta “Selva morale e spirituale”, molto probabilmente è stato eseguito a Venezia, nella Basilica di San Marco, il 21 Novembre 1631 durante una Messa di Ringraziamento per la fine dell’epidemia di peste che, nella sola città lagunare, aveva ucciso circa 50.000 Persone, anche il figlio di Monteverdi, Massimiliano.
La Composizione è un calzante esempio di quello che Claudio Monteverdi definisce “seconda prattica”, stile concertato che si distingue dal tradizionale a “cappella” (prima prattica) per una maggiore libertà di Scrittura e che tende a valorizzare il testo anche con la partecipazione espressiva degli Strumenti.
Rapportandosi al testo Monteverdi
crea un’ambientazione musicale strutturata in cinque sezioni con
diverse combinazioni di Voci e strumenti: duetti, terzetti, coro
pieno e ritornelli solo strumentali.
La prima Sezione termina sul propter magnam gloriam tuam; ricche figurazioni in apertura e su gloriam che chiude la sezione. Dopo i brillanti vocalizzi che raffigurano simbolicamente l’Alto dei cieli, segue un episodio più tranquillo, una riflessione sulla sorte delle “umane genti” che lodano, acclamano e glorificano il Signore.
La seconda Sezione, con le tre
Invocazioni Domine Deus, Domine Fili e Domine
Deus, è impostata per due Soprani con passaggi concitati per
l’intero Ensemble.
La terza Sezione comprende le tre
Petizioni: miserere, suscipe, miserere e la
quarta le tre dichiarazioni : Sanctus, Dominus, Altissimus. Entrambe
le sezioni sono in forma strofica a due o tre Coci; ciascun versetto
è separato da un breve passaggio strumentale.
Tu solus
altissimus, Iesu Christe, cantato a cinque Coci, dà inizio alla
quinta e ultima Sezione che termina con figurazioni sulle parole in
Gloria Dei Patris.
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