Magistrato italiano.
Il suo nome è legato all'idea dell'istituzione del "pool
antimafia", che diede una svolta decisiva nella lotta alla mafia.
Fu assassinato da Cosa nostra.
Rocco Chinnici fu ucciso alle 8 del mattino del 29 Luglio 1983 con
una Fiat 126 verde, imbottita con 75 kg di esplosivo
parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo,
all'età di cinquantotto anni.
Ad azionare il detonatore che provocò l'esplosione
fu il sicario della mafia Antonino Madonia. Accanto al suo corpo
giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il maresciallo
dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta,
componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via
Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. L'unico superstite fu Giovanni Paparcuri,
l'autista.
I primi ad accorrere sul teatro della strage furono due dei
suoi figli, ancora ragazzi, Elvira Chinnici di 24 anni e Giovanni
Chinnici di 19, che erano in casa al momento dell'esplosione.
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