Amleto è una Tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1599 e il 1601
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Trama
Il Principe Amleto di Danimarca è figlio del Re Amleto, recentemente scomparso, e nipote di Re Claudio, fratello e successore di suo padre. Claudio ha sposato frettolosamente la vedova di Re Amleto, Gertrude, madre di Amleto, e si è impossessato del trono. La Danimarca ha una faida di lunga data con la vicina Norvegia, durante la quale Re Amleto uccise Re Fortebraccio di Norvegia in una battaglia alcuni anni fa. Sebbene la Danimarca abbia sconfitto la Norvegia e il trono norvegese sia passato al fratello infermo di Re Fortebraccio, la Danimarca teme che un'invasione guidata dal figlio del defunto Re norvegese, il Principe Fortebraccio, sia imminente.
In una fredda notte, sui bastioni delle torri di Elsinore, il castello reale della Danimarca, le sentinelle Bernardo e Marcello s'interrogano sul fantasma, che assomiglia al defunto re Amleto, che hanno visto nelle ultime notti, e invitano l'amico del principe Amleto, Orazio, come testimone, che arriva al cambio della guardia a mezzanotte. Dopo che il fantasma appare di nuovo, i tre giurano di raccontare al principe Amleto le strane apparizioni a cui hanno assistito. Lo spettro compare poco dopo la mezzanotte e si fa subito notare da Orazio per la somiglianza con il defunto Sovrano; rimane però muto, e poco dopo scompare. I due restano in attesa di altre apparizioni, e Orazio spiega così a Marcello, una delle guardie sulle mura, che il figlio di Fortebraccio sta riunendo un'armata ai confini della Norvegia per riprendersi i territori persi dal padre in un duello con il defunto Re. Prima dell'alba, riappare il fantasma, ma quando è sul punto di parlare in seguito alle continue richieste di Orazio, canta il gallo e con questo suono il fantasma scompare.
La corte si riunisce il giorno dopo e Re Claudio e la Regina Gertrude discutono di affari di stato col loro anziano consigliere Polonio. Claudio concede al figlio di Polonio, Laerte, il permesso di tornare a studiare in Francia e invia degli inviati a informare il Re di Norvegia di Fortebraccio. Claudio interroga anche Amleto sul suo continuo dolore per la perdita del padre e gli proibisce di tornare alla sua università a Wittenberg. Dopo l'uscita della corte, Amleto si dispera per la morte del padre e per il frettoloso secondo matrimonio della madre. Orazio raggiunge Amleto per metterlo al corrente dell'esistenza del fantasma, e del proprio presentimento che questi voglia parlare solamente con lui: i due, quindi, decidono d'incontrarsi sulle mura verso le undici di sera. Giunti sulle mura, lo spirito fa la sua apparizione e chiede subito di parlare col solo Amleto; questi, intuendo che si tratta dello spirito del padre, accetta senza esitazioni.
La scena si sposta ora nel consiglio reale da poco apertosi. Tra i presenti figurano il re Claudio, fratello del Re defunto, la Regina Gertrude, Amleto, il ciambellano Polonio, suo figlio Laerte, e i due Ambasciatori Cornelio e Voltimando. Nella riunione viene per prima discussa la questione del figlio di Fortebraccio e viene deciso di mandare i due ambasciatori dal Re di Norvegia per convincerlo a indurre il nipote a più miti azioni. Poi Laerte ottiene dal Re il permesso di poter partire alla volta della Francia.
Mentre il figlio di Polonio, Laerte, si prepara a partire per la Francia, Polonio gli offre un consiglio che culmina nella massima "sii fedele a te stesso". La figlia di Polonio, Ofelia, ammette il suo interesse per Amleto, ma Laerte la mette in guardia dal cercare l'attenzione del Principe e Polonio le ordina di respingere le sue avances. Quella notte, sul bastione, il fantasma appare ad Amleto, racconta al principe di essere stato assassinato da Claudio (versandogli del veleno nell'orecchio mentre dormiva) e chiede ad Amleto di vendicare l'omicidio. Amleto acconsente e il fantasma svanisce. Il principe confida a Orazio e alle sentinelle che d'ora in poi ha intenzione di "mettere in atto un atteggiamento bizzarro", ovvero di comportarsi come se fosse impazzito. Amleto li costringe a giurare di mantenere segreti i suoi piani di vendetta; tuttavia, rimane incerto sull'affidabilità del fantasma. Quando rimangono soli, lo spettro svela ad Amleto che suo zio, ambendo al trono e al matrimonio con la Regina, lo aveva ucciso versandogli nell'orecchio un veleno mortale a base di giusquiamo mentre dormiva in giardino. Alla fine della tragica storia, lo spettro chiede al giovane di vendicarlo, ed egli accoglie la richiesta senza indugiare.
II Atto
Tornato tra i suoi amici (Orazio e la guardia Marcello), nonostante le richieste di questi di svelare loro il contenuto del colloquio, Amleto resta muto e li fa anche giurare, aiutato in questo compito dalla voce dello spettro, di non parlare con nessuno delle apparizioni. Dopo l'incontro Amleto diventa ancora più tetro.
Ofelia corre da suo padre, raccontandogli che Amleto si è presentato alla sua porta la notte prima mezzo svestito e con un comportamento bizzarro. Polonio incolpa l'amore per la follia di Amleto e decide di informare Claudio e Gertrude. Mentre entra, il Re e la Regina accolgono Rosencrantz e Guildenstern, due studenti conoscenti di Amleto, a Elsinore. La coppia reale ha chiesto ai due studenti di indagare sulla causa dell'umore e del comportamento di Amleto. Ulteriori notizie richiedono che Polonio attenda di essere ascoltato: messaggeri dalla Norvegia informano Claudio che il re di Norvegia ha rimproverato il principe Fortebraccio per aver tentato di riprendere le battaglie del padre. Le forze che Fortebraccio aveva arruolato per marciare contro la Danimarca saranno invece inviate contro la Polonia, sebbene attraverseranno il territorio danese per arrivarci.
Polonio racconta a Claudio e Gertrude la sua teoria sul comportamento di Amleto, e poi parla con lui in una sala del castello per cercare di saperne di più. Amleto finge di essere pazzo e insulta sottilmente Polonio per tutto il tempo. Quando Rosencrantz e Guildenstern, due amici d'Università di Amleto a Wittemberg, arrivano, il Principe accoglie calorosamente i suoi "amici", ma capisce subito che sono lì per spiarlo per conto di Claudio. Nella conversazione che servirebbe a rallegrarlo, Amleto ammette di essere turbato dalla situazione, ma si rifiuta di spiegarne il vero motivo, osservando invece "Che pezzo d'opera è un uomo!". Rosencrantz e Guildenstern raccontano ad Amleto di aver portato con sé una compagnia di attori incontrati durante il viaggio verso Elsinore. Amleto, dopo aver accolto gli attori e congedato i suoi amici diventati spie, chiede loro di recitare un soliloquio sulla morte di Re Priamo, testimoniata dalla Regina Ecuba, al culmine della Guerra di Troia. Amleto chiede quindi agli attori di mettere in scena "L'assassinio di Gonzago", un'opera teatrale che presenta una morte simile a quella del padre. Amleto intende studiare la reazione di Claudio all'Opera e quindi accertare la veridicità della storia del fantasma sulla colpevolezza di Claudio, o se egli sia piuttosto una visione demoniaca che intenda spingerlo all'assassinio dello zio.
III Atto
I due compagni vengono intanto richiamati dal re per sapere se hanno scoperto qualcosa sulla crisi di Amleto e su come si possa riportarlo ai vecchi svaghi. È presente anche Polonio che, quando vede che i due non riescono a spiegare la causa dei problemi del principe, propone al Re di verificare se la tristezza di Amleto derivi dal non vedere più sua figlia Ofelia (sorella di Laerte). Quindi, congedati Rosencrantz e Guildenstern vengono congedati.
Polonio costringe Ofelia a restituire le lettere d'amore di Amleto al principe, mentre lui e Claudio osservano di nascosto per valutare la reazione di Amleto. Amleto cammina da solo nella sala mentre il Re e Polonio attendono l'ingresso di Ofelia. Amleto riflette su pensieri di vita contro la morte. Quando Ofelia entra e cerca di restituire le carte ad Amleto, egli la accusa di immodestia e grida "vai in un convento", sebbene non sia chiaro se anche questa sia una dimostrazione di follia o di genuina angoscia. Ofelia gli ricorda le vecchie offerte amorose, ma Amleto termina il dialogo con la tetra frase «Non avverranno più matrimoni e degli sposati uno morirà». La sua reazione convince Claudio che Amleto non è pazzo d'amore. Poco dopo, la corte si riunisce per assistere alla pièce commissionata da Amleto. Dopo aver visto il Re Attore assassinato dal suo rivale che gli versava del veleno nell'orecchio, Claudio si alza di scatto e scappa dalla stanza; per Amleto, questa è la prova della colpevolezza dello zio.
Gertrude convoca Amleto nella sua stanza per chiedergli spiegazioni. Nel frattempo, Claudio riflette tra sé e sé sull'impossibilità di pentirsi, poiché è ancora in possesso dei beni illecitamente ghermiti: la corona e la moglie del fratello. Si lascia cadere in ginocchio. Amleto, diretto a trovare la madre, gli si avvicina furtivamente alle spalle ma non lo uccide, ragionando che uccidere Claudio mentre prega lo manderà dritto in paradiso, mentre il fantasma del padre è bloccato in purgatorio. Nella camera da letto della regina, Amleto e Gertrude litigano aspramente. Polonio, spiando la conversazione da dietro un arazzo, chiede aiuto, mentre Gertrude, credendo che Amleto voglia ucciderla, lo chiede lei stessa.
Amleto, fraintendendo, crede che si tratti di Claudio, pugnala selvaggiamente, uccidendo Polonio, ma poi scosta la tenda e si accorge del proprio errore. In preda alla rabbia, Amleto insulta brutalmente la madre per la sua apparente ignoranza della malvagità di Claudio, ma il fantasma entra e rimprovera Amleto per la sua inazione e le sue dure parole. Incapace di vedere o sentire il fantasma, Gertrude interpreta la conversazione di Amleto con il fantasma come ulteriore prova di follia. Dopo aver implorato la regina di smettere di dormire con Claudio, Amleto se ne va, trascinando via il cadavere di Polonio.
IV Atto
Amleto scherza con Claudio sul posto dove abbia nascosto il corpo di Polonio e il Re, temendo per la propria vita, invia Rosencrantz e Guildenstern ad accompagnare Amleto in Inghilterra con una lettera sigillata al re inglese, chiedendo che Amleto venga giustiziato immediatamente.
Sconvolta e sopraffatta dal dolore per la morte di Polonio, Ofelia vaga impazzita per Elsinore. Laerte torna dalla Francia, infuriato per la morte del padre e la follia della sorella. Claudio convince Laerte che l'unico responsabile è Amleto, ma presto arriva una lettera che indica che Amleto è tornato in Danimarca, sventando il piano di Claudio. Claudio allora cambia tattica, proponendo un incontro di scherma tra Laerte e Amleto per appianare le loro divergenze. A Laerte verrà dato un fioretto avvelenato e, se fallisce, Claudio offrirà ad Amleto del vino avvelenato come congratulazione. Gertrude irrompe e interrompe il colloquio per riferire che Ofelia è annegata, anche se non è chiaro se si sia trattato di suicidio o di un incidente causato dalla sua follia.
La Regina stabilisce insieme a Polonio che, mentre lei parlerà con il figlio Amleto, Polonio si nasconda nella sua camera, cosicché possa riferire al Re le sue parole. Mentre sfoga la sua collera con la madre, Amleto scambia Polonio per il re e lo uccide al grido di "un topo un topo!". Subito dopo, senza alcun rimorso, porta il corpo con sé per seppellirlo velocemente.
Saputo di quest'atto, il Re conviene che si deve affrettare la sua partenza per l'Inghilterra e manda Rosencrantz e Guildenstern a sollecitarlo per partire subito con la scusa del vento favorevole. Ofelia intanto giunge al palazzo in uno stato di completa pazzia perché, essendo venuta a sapere da alcune voci che il padre Polonio è stato ucciso, è stata sopraffatta dal nuovo dolore, aggiuntosi alla delusione amorosa inflittale da Amleto.
Amleto, intanto, in cammino verso il porto per imbarcarsi in direzione dell'Inghilterra, incontra le armate di Fortebraccio che passano sul territorio danese per attaccare la Polonia. Informatosi presso i soldati dell'importanza del territorio, viene a sapere che è un terreno brullo e strategicamente inutile, ma che loro lo conquisteranno, anche se ben difeso dai polacchi, solamente per l'onore che deriva da una conquista. Ciò induce Amleto a riflettere sulla propria meschinità che gli fa lasciare invendicato l'assassinio del padre nonostante la sua richiesta di vendetta.
Laerte intanto, cui sono giunte delle false voci secondo le quali suo padre è stato ucciso dal re, messosi alla guida di un'accozzaglia di criminali e avventurieri, giunge in Danimarca, sbaraglia l'esercito danese e si presenta davanti al re, chiedendogli conto sia della morte di Polonio sia dei mancati onori funebri. Il re, dopo un lungo colloquio durante il quale compare anche Ofelia, riesce a illustrare al furente Laerte tutta la verità, omettendo naturalmente il motivo della furia del Principe.
V Atto
Orazio ha ricevuto una lettera da Amleto, che spiega come il Principe sia fuggito negoziando con i pirati che hanno tentato di attaccare la sua nave diretta in Inghilterra, e gli amici si riuniscono fuori scena. Due becchini discutono dell'apparente suicidio di Ofelia mentre le scavano la fossa. Amleto arriva con Orazio e scherza con uno dei becchini, che ha dissotterrato il teschio di un giullare d'infanzia di Amleto, Yorick. Amleto raccoglie il teschio, esclamando "Ahimè, povero Yorick" mentre riflette sulla mortalità. Si avvicina il corteo funebre di Ofelia, guidato da Laerte. I due s'interrogano su quale nobildonna, poiché solo una nobildonna potrebbe avere una sepoltura cristiana anche uccidendosi, debba esser lì seppellita. Amleto e Orazio inizialmente si nascondono, ma quando Amleto si rende conto che è Ofelia a essere sepolta, si rivela, accorre sulla bara della giovane e le proclama il suo amore. Laerte e Amleto si scontrano sulla tomba di Ofelia: Laerte è colmo di collera verso il Principe, lo insulta e lo sfida a duello, ma la rissa viene sedata.
Il Re propone allora a Laerte, come mezzo di vendetta, di sfidare Amleto a duello. I due concordano che Laerte userà una spada con la punta intinta in un potente veleno. Per sicurezza, il re decide anche di offrire al nipote, durante il duello, una bevanda avvelenata.
Il giorno seguente Amleto viene chiamato nella sala del Re per la sfida che sarà all'ultimo sangue. Amleto però, prima del duello, si riconcilia con Laerte per mezzo di sincere scuse e dimostrazioni di stima.
Comincia il duello e Amleto sta avendo la meglio, così il Re gli offre la coppa di vino avvelenato. Il giovane la rifiuta, ed è invece la regina a berla, con orrore del re. I duellanti, nella foga, si scambiano i fioretti, cosicché ognuno si ferisce con quello avvelenato. La prima a soccombere è la regina. Laerte, pentito di aver escogitato un così ignobile piano, rivela tutto ad Amleto e poi muore per il veleno che lo ha ferito. La furia del principe si abbatte allora sul Re e lo trafigge con la spada avvelenata, rivelandone i delitti e offrendogli anche la coppa avvelenata, da cui il re beve, morendo.
Amleto è in fin di vita quando Orazio gli annuncia che Fortebraccio è appena tornato vittorioso dalla Polonia. Amleto allora lo propone come nuovo re appena prima di morire. Fortebraccio, giunto quindi al castello, sale sul trono in quanto detentore dei maggiori diritti a reclamarlo, e dispone grandi funerali per il defunto principe.
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