La morte dell'impiegato è un Racconto di Anton Čechov pubblicato per la prima volta nel 1883.
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L'usciere di tribunale Ivan Dmitrič Červâkov sta assistendo alla rappresentazione di Le campane di Corneville seduto nella seconda fila di poltrone del teatro "Arcadia" di San Pietroburgo, quando improvvisamente starnutisce e spruzza la testa calva del generale Brizžalov, direttore generale del Ministero delle comunicazioni russo. Consapevole della sua posizione gerarchica più bassa, presenta le sue scuse al generale già durante la rappresentazione. Pensando poi che l'essersi scusato non sia sufficiente, Červâkov si scusa nuovamente durante l'intervallo, irritando l'alto burocrate il quale afferma di non pensare più all'episodio. Ritenendo che il superiore si sia offeso in modo irreparabile, Červâkov entra in uno stato ansioso; una volta tornato a casa, informa la propria moglie dello sfortunato incidente e costei gli consiglia di scusarsi nuovamente il giorno dopo. Senza comprendere la ragione di tanta insistenza, Brizžalov reagisce sempre più infastidito alle scuse dello zelante impiegato e infine si convince che l'usciere lo stia prendendo in giro. Dopo aver ascoltato le scuse per la quinta volta nel proprio ufficio, l'esasperato Brizžalov caccia in malo modo lo zelante usciere. Červâkov torna a casa come un automa, si sdraia sul divano senza togliersi l'uniforme e muore.
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