19 novembre 2025

FORSE NON TUTTI SANNO CHE....LO STUDIO DELLA MUSICA SERVE E MOLTO.

Studiare Musica rende super-lettori e cura la dislessia.



I musicisti sono in grado di riconoscere le parole con più facilità rispetto alle persone che non hanno mai studiato musica.
A dirlo è uno studio del Dipartimento di Psicologia dell'Università Bicocca di Milano condotto su quindici musicisti di diversi strumenti quali : Organo, Pianoforte, Composizione, Direzione d'Orchestra, Violino, Violoncello, Tromba, Clarinetto, Flauto.
I musicisti sono del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
E per fare il ' paragone ' hanno preso come campione anche altrettante, quindici, persone con nessuna competenza musicale.
La ricerca dimostra che chi è in grado di leggere il pentagramma ha una marcia in più : nel cervello dei musicisti si attiva un'area del linguaggio di solito 'spenta ' in tutte le altre persone.
Spiega Alice Mado Proverbio, Docente di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e coordinatrice dello studio : ' Imparare a suonare uno strumento musicale modifica la connettività celebrale e la struttura funzionale del cervello velocizzando il transfer inter-emisferico, migliorando il controllo e la coordinazione motoria e l'elaborazione uditiva dei suoni. E ora noi abbiamo dimostrato che il cervello dei musicisti che hanno iniziato a studiare musica entro gli 8 anni è più veloce nel riconoscere le parole '.
Infatti studiare musica da piccoli modifica i meccanismi neurali di lettura delle parole, qualunque sia la predisposizione genetica delle persone. Mediante l'applicazione di una tecnica di neuro-immagine elettromagnetica è stato osservato che durante l'analisi di simboli alfabetici le persone prive di conoscenze musicali attivavano solo la regione per le parole e il giro occipitale inferiore di sinistra, mentre nei musicisti queste regioni si attivavano su entrambi gli emisferi, raddoppiando il volume corticale.
Per la comprensione simbolica delle note è infatti necessaria una raffinata analisi spaziale di tipo globale in cui eccelle l'emisfero destro.
Infine la Dottoressa Mado Proverbio conclude :
' Questi risultati possono avere interessanti applicazioni per i bambini a rischio di dislessia in cui la regione visiva per le parole si attiva in modo atipico o insufficiente' .
Lo studio della musica all'inizio dell'alfabetizzazione svilupperebbe un centro di analisi visiva simbolica che verrebbe poi utilizzato sia per le parole sia per le note.

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