GERMANO CELANT
Germano Celant, nasce nel 1940, muore
il 29 Aprile 2020.
Storico dell'Arte italiano.
Nel 1967 coniò la definizione di "Arte
povera” per designare un gruppo di artisti
italiani: Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis
Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio
Prini, esposti nella prima Mostra alla Galleria La Bertesca di
Genova, destinati a riscuotere un grande successo internazionale
negli anni successivi.
Sempre alla Bertesca di Genova presentò
in contemporanea Im-Spazio (Bignardi, Ceroli, Icaro, Mambor,
Mattiacci, Tacchi). Questi artisti, secondo la presentazione del
critico nel catalogo, operavano in una "nuova dimensione
progettuale che mira ad intendere lo spazio dell'immagine, non più
come contenitore ma come campo di forze spazio-visuali. Le loro opere
presentano una strutturazione aperta di frammenti visivi,
formano imspazio a circolo aperto, a tempo reale che agisce
con e sullo Spettatore".
Celant delineò la teoria e la
fisionomia del movimento attraverso mostre e scritti come Conceptual
Art, Arte Povera, Land Art del 1970.
Dopo la mostra Off Media, svoltasi
a Bari nel 1977, iniziò a collaborare col Museo
Guggenheim di New York, del quale divenne in seguito senior
curator.
Sempre al Guggenheim allestì
nel 1994 la mostra Italian Metamorphosis
1943-1968, nel tentativo di avvicinare l'arte italiana alla
cultura americana. L'intendimento di internazionalizzare l'arte
italiana aveva già caratterizzato le mostre al Centre Pompidou
di Parigi (1981), a Londra (1989) e a Palazzo
Grassi a Venezia (1989).
Nel 1996 curò la prima
edizione della Biennale di Firenze Arte e Moda, evidenziando un
concetto di Arte in costante evoluzione, strettamente connesso con la
cultura contemporanea intesa come espressione dinamica di una
creatività globale. Nel 1997 venne nominato direttore
della 47ª Biennale d'Arte di Venezia.
Collaboratore di note Riviste fra le
quali L'Espresso, Celant, dopo aver realizzato a Genova la
grande Mostra Arti & Architettura (2004), fu direttore
della Fondazione Prada a Milano e curatore della
Fondazione Vedova a Venezia. Inoltre organizzò la
mostra Art & Food alla Triennale di Milano, in
occasione di Expo 2015.
Il ricco compenso offerto dall'Expo
2015 di 750 mila euro, assegnato al critico genovese per la curatela
e la direzione artistica per l'Area Tematica Food in Art del
2015, scatenò immediatamente una polemica: il critico
d'arte Demetrio Paparoni si appellò infatti al sindaco di
Milano Giuliano Pisapia contro la cifra spropositata,
considerando che il compenso destinato al Direttore dell'ultima
Biennale di Arti visive Massimiliano Gioni nonché il suo
successore Okwui Enwezor sarebbe stato ''appena'' di
120mila euro.
All'accusa Celant si era difeso
asserendo che il totale della cifra avrebbe incluso anche la
retribuzione del general contractor dell'intera iniziativa,
lo staff e le tasse dal momento che l'Expo mancava di una sua
struttura interna organizzativa.
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