26 ottobre 2024

MUSICA – L. VAN BEETHOVEN – SINFONIA N. 8

Sinfonia n. 8 in fa maggiore, Op. 93

#Music #History #Beethoven #Sinfonia

Musica: Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
  1. Allegro vivace e con brio
  2. Allegro scherzando (si bemolle maggiore)
  3. Tempo di Menuetto
  4. Allegro vivace

Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trobe, timpani, archi
Composizione: 1812
Prima esecuzione: Vienna, Großer Redoutensaal del Burgtheater, 27 Febbraio 1814
Edizione: Steiner, Vienna 1817

Beethoven cominciò a lavorare all'Ottava Sinfonia nel 1811, ma tra ripensamenti e ritocchi vari la completò nell'estate del 1812, durante i soggiorni nelle stazioni termali di Tepliz, in cui avvenne il celebre incontro con Goethe, tanto ammirato dal musicista, Karlsbad e Linz. Una prima esecuzione privata della sinfonia ebbe luogo nell'Aprile 1813 nella residenza dell'arciduca Rodolfo, mentre la sua presentazione pubblica avvenne il 27 Febbraio 1814 nella grande sala del Ridotto di Vienna. Per l'occasione il concerto era dedicato interamente a musiche di Beethoven comprendenti fra l'altro la Settima Sinfonia e La vittoria di Wellington, detta anche La Battaglia di Vittoria (Wellington Sieg oder die Schlacht bei Vittoria Op. 91), una pagina strumentale pomposa e magniloquente in cui erano inseriti temi degli inni inglesi "Rule Britannia" e "God save the King" con .effetti onomatopeici di colpi di cannoni e rulli di tamburi, nell'intento di celebrare la sconfitta delle truppe francesi avvenuta nella penisola iberica per merito, appunto, del generale Wellington. Promotore di siffatto concerto era stato lo studioso di problemi acustici Johann Nepomuk Maelzel, inventore con l'olandese Winkel del metronomo e creatore di singolari macchine musicali, come il Panharmonikon, capaci di riprodurre e ingigantire i suoni degli strumenti a fiato e della percussione. Maelzel potè organizzare un programma così eterogeneo, in vista di grossi affari per le sue invenzioni, in quanto si era guadagnato l'affetto di Beethoven promettendogli di costruire un apparecchio infallibile contro la sordità. Tanto è vero che il musicista volle rendere un omaggio a Maelzel, inserendo nel secondo movimento dell'Ottava Sinfonia uno spunto tematico che ricordasse l'oscillazione del metronomo, preso da un canone scherzoso dello stesso Beethoven, elaborato sulle parole: «Ta-ta-ta, caro Maelzel, addio...».
Naturalmente il brano che suscitò i maggiori applausi del pubblico fu La vittoria di Wellington, anche per la rinomanza dei maestri sparsi nell'orchestra a dar lustro alla celebrazione: da Salieri che dirigeva alcuni strumentisti collocati sopra una galleria laterale con il compito di imitare le cannonate, a Schuppanzigh primo violino; da Spohr a Mayseder, da Moscheles a Romberg, a Dragonetti, a Hummel che batteva la grancassa e al giovane Meyerbeer che suonava i piatti, sembra, con poca soddisfazione di Beethoven. L'Ottava Sinfonia non fu apprezzata adeguatamente, come riferì Czerny, e dovette aspettare diversi anni prima di essere ben compresa nel suo elegante e misurato classicismo. Infatti l'inaspettato ritorno del musicista ai modi haydniani e mozartiani ha messo in serio imbarazzo i primi commentatori dell'opera beethoveniana, che non sapevano spiegare come mai in questa sinfonia l'autore, dopo tante esperienze innovatrici, avesse fatto dei passi indietro con il ripristino del Minuetto nella forma classica. Però, a parte certi richiami formali al passato e la restrizione delle proporzioni architettoniche e della durata (in tutto ventisei minuti), non si può negare che l'Ottava sia un'opera della maturità artistica del compositore per la preziosità della fattura strumentale e per la novità di taluni seducenti sviluppi del gioco armonico. A queste caratteristiche si aggiungono una leggerezza scherzosa e un misuratissimo gusto ritmico che piacquero tanto a Stravinsky neo-classico  e  convinsero  il  musicologo  Paul Bekker a sentire in questa sinfonia «la liberazione da ogni peso terrestre, l'assoluto superamento della materia, verso una forma di pura saggezza speculativa».
Un sentimento di serenità e di gioioso senso della vita esplode nell'Allegro iniziale, così scapricciato e brillante nel suo variegato andamento strumentale, pur nell'estrema chiarezza e linearità del disegno melodico. Si passa quindi allo scherzoso e umoristico Allegretto, dove la frase elegante dei violini si espande con piacevolezza di impasti armonici dei fiati e degli strumentini. Il Minuetto successivo non ha nulla della fatuità settecentesca e lascia trasparire tra le sue pieghe un respiro ben più denso e premonitore di atteggiamenti brahmsiani. L'Allegro finale è ricco di spensierata gaiezza nel suo travolgente discorso ritmico, anche se tra qualche accento di pensosa riflessione sulla lieta giovinezza ormai declinante.


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 Eugenio Montale, nasce il 12 Ottobre 1896, muore il 12 Settembre 1981. Giornalista, Poeta e Scrittore italiano  #Montale #EugenioMontale ...