Così
fan tutte, ossia La Scuola degli Amanti ( K 588 ) è un'Opera buffa
in due Atti di W.A. Mozart.
È
la terza ed ultima delle tre Opere italiane “buffe” scritte dal
Compositore salisburghese sul Libretto di L. da Ponte.
Fu
commissionata dall'Imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena in
seguito alle felici riprese viennesi (1788-89)
di ' Le Nozze di Figaro ' e ' Don Giovanni ' .
La
prima Rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26
Gennaio 1790 con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci,
diretta dal Compositore.
Titolo
originale : Così fan tutte ossia La Scuola degli Aanti
Lingua
originale : italiano
Genere
: Dramma giocoso
Libretto
: Lorenzo Da Ponte
Atti
: Due
Epoca
Composizione : Autunno 1789 – Gennaio 1790
Personaggi
:
Fiordiligi,
Dama ferrarese abitante in Napoli (Soprano)
Dorabella, Dama ferrarese e sorella di Fiordiligi (Soprano o Mezzosoprano)
Guglielmo, Ufficiale, amante di Fiordiligi (Basso)
Ferrando, Ufficiale, amante di Dorabella (Tenore)
Despina, Cameriera (Soprano o Mezzosoprano)
Don Alfonso, vecchio Filosofo (Basso)
Coro di soldati, servi e marinai
Dorabella, Dama ferrarese e sorella di Fiordiligi (Soprano o Mezzosoprano)
Guglielmo, Ufficiale, amante di Fiordiligi (Basso)
Ferrando, Ufficiale, amante di Dorabella (Tenore)
Despina, Cameriera (Soprano o Mezzosoprano)
Don Alfonso, vecchio Filosofo (Basso)
Coro di soldati, servi e marinai
La Trama
Atto primo :
In
una bottega di caffè a Napoli, siedono i due ufficiali militari
Ferrando e Guglielmo, che vantano la fedeltà delle loro fidanzate,
Dorabella e Fiordiligi, sorelle.
Il loro amico Don Alfonso, anch'egli presente, li contraddice affermando, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, che la fedeltà femminile non esiste (tutti sanno che c'è ma nessuno sa dov'è) e che, se si presentasse l'occasione, le due innamorate dimenticherebbero subito i loro fidanzati e passerebbero a nuovi amori.
A seguito di questa dichiarazione, i due intendono sfidarlo a duello per difendere l’onore delle future spose.
Don Alfonso scommette cento zecchini per provare ai due amici che le fidanzate non sono diverse dalle altre donne: per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno attenersi ai suoi ordini.
Intanto nel giardino della loro casa sul Golfo Fiordiligi e Dorabella contemplano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi si preoccupano perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a trovarle, come fanno di solito tutti i giorni.
Ad arrivare è invece Don Alfonso, che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all’istante. Arrivano Ferrando e Guglielmo e fingono anche loro di dover partire.
La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile ed esorta Fiordiligi e Dorabella a "far all’amor come assassine": i fidanzati al fronte faranno altrettanto. Don Alfonso cerca l’aiuto di Despina, promettendole venti Scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti.
Gli stessi Ferrando e Guglielmo si presentano allora travestiti da Ufficiali albanesi.
Le padrone irrompono furenti per la presenza degli sconosciuti e i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle sorelle. Don Alfonso presenta gli ufficiali come Tizio e Sempronio, suoi cari amici.
Alle loro rinnovate e caricaturali offerte d’amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Fiordiligi e Dorabella si ritirano.
Don Alfonso si allontana con gli albanesi, che poco lontano fingono di suicidarsi per il dolore bevendo del veleno.
Don Alfonso finge di andare in cerca di un medico e lascia i due agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle, che iniziano a provare compassione.
Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un Latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne.
Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati, i quali si comportano in modo molto passionale.
Quando i due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si infiammano indignate e rifiutano.
Il loro amico Don Alfonso, anch'egli presente, li contraddice affermando, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, che la fedeltà femminile non esiste (tutti sanno che c'è ma nessuno sa dov'è) e che, se si presentasse l'occasione, le due innamorate dimenticherebbero subito i loro fidanzati e passerebbero a nuovi amori.
A seguito di questa dichiarazione, i due intendono sfidarlo a duello per difendere l’onore delle future spose.
Don Alfonso scommette cento zecchini per provare ai due amici che le fidanzate non sono diverse dalle altre donne: per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno attenersi ai suoi ordini.
Intanto nel giardino della loro casa sul Golfo Fiordiligi e Dorabella contemplano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi si preoccupano perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a trovarle, come fanno di solito tutti i giorni.
Ad arrivare è invece Don Alfonso, che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all’istante. Arrivano Ferrando e Guglielmo e fingono anche loro di dover partire.
La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile ed esorta Fiordiligi e Dorabella a "far all’amor come assassine": i fidanzati al fronte faranno altrettanto. Don Alfonso cerca l’aiuto di Despina, promettendole venti Scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti.
Gli stessi Ferrando e Guglielmo si presentano allora travestiti da Ufficiali albanesi.
Le padrone irrompono furenti per la presenza degli sconosciuti e i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle sorelle. Don Alfonso presenta gli ufficiali come Tizio e Sempronio, suoi cari amici.
Alle loro rinnovate e caricaturali offerte d’amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Fiordiligi e Dorabella si ritirano.
Don Alfonso si allontana con gli albanesi, che poco lontano fingono di suicidarsi per il dolore bevendo del veleno.
Don Alfonso finge di andare in cerca di un medico e lascia i due agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle, che iniziano a provare compassione.
Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un Latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne.
Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati, i quali si comportano in modo molto passionale.
Quando i due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si infiammano indignate e rifiutano.
Atto secondo :
Nella
loro camera Fiordiligi e Dorabella vengono convinte da Despina a
"divertirsi un poco, e non morire dalla malinconia", senza
mancare di fede agli amanti, s’intende. Giocheranno, nessuno saprà
niente, la gente penserà che gli albanesi che girano per casa siano
spasimanti della cameriera. Resta solo da scegliere: Dorabella, che
decide per prima, vuole Guglielmo, e Fiordiligi apprezza il fatto che
le spetti il biondo Ferrando.
Nel
giardino sul mare i due albanesi hanno organizzato una Serenata alle
Dame, i suonatori e i cantanti arrivano in barca. Don Alfonso e
Despina incoraggiano gli amanti e le donne a parlarsi e li lasciano
soli. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di
Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla.
Fiordiligi è sconvolta, capisce che il gioco si è mutato in realtà.
Quando Ferrando si accomiata ella ha un attimo di debolezza e
vorrebbe richiamarlo, poi rivolge il pensiero al promesso sposo
Guglielmo e si proclama a lui fedele. Questi è impacciato nel
comunicare a Ferrando che Dorabella ha ceduto facilmente, ma è
felice del fatto che Fiordiligi si sia dimostrata "la modestia
in carne", commentando l’infedeltà di Dorabella.
In
casa, Dorabella esorta Fiordiligi a divertirsi. Fiordiligi decide di
travestirsi da Ufficiale e raggiungere il promesso sposo sul campo di
battaglia: si fa portare delle vesti maschili, si guarda allo
specchio, constata il fatto che cambiare abito significa perdere la
propria identità; immagina di trovarsi già sul posto e che
Guglielmo la riconosca, ma Ferrando la interrompe, e chiede la sua
mano, rivolgendosi a lei con parole che probabilmente Guglielmo non
le ha mai detto. Guglielmo ha assistito al dialogo, è furente, e
anche Ferrando odia la sua ex fidanzata, ma Don Alfonso, che ha
dimostrato quanto voleva, li esorta a finire la commedia con doppie
nozze: una donna vale l’altra, meglio tenersi queste "cornacchie
spennacchiate". Don Alfonso spiega di non voler accusare le
donne, anzi le scusa, è colpa della natura se "così fan
tutte".
Nella
sala illuminata, con la tavola imbandita per gli sposi, Despina
organizza i preparativi e il coro di servi e suonatori inneggia alle
nuove coppie. Al momento del brindisi Fiordiligi, Dorabella e
Ferrando cantano un Canone, su un Tema affettusoso, da Musica da
Camera, mentre Guglielmo si mostra incapace di unirsi a loro e
commenta: "Ah, bevessero del tossico / queste volpi senza
onor!".
Il notaio (che è ancora Despina travestita) fa firmare il finto contratto nuziale. Ma un coro interno intona "Bella vita militar!" e le sorelle rimangono impietrite: tornano i fidanzati. Nascosti gli albanesi in una stanza, esse si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo, che fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto. Don Alfonso si giustifica: ha agito a fin di bene, per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si ricompongono come in origine e tutti cantano la morale: "Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa".
Il notaio (che è ancora Despina travestita) fa firmare il finto contratto nuziale. Ma un coro interno intona "Bella vita militar!" e le sorelle rimangono impietrite: tornano i fidanzati. Nascosti gli albanesi in una stanza, esse si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo, che fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto. Don Alfonso si giustifica: ha agito a fin di bene, per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si ricompongono come in origine e tutti cantano la morale: "Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa".
Organico Orchestrale :
- 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti, 2 Fagotti
- 2 Corni, 2 Clarini
- Timpani
- Archi
Per
i Recitativi :
- Clavicembalo e Violoncello
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