27 settembre 2025

ARTE - STORIA DELL'ARTE - LA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI

La Primavera è un dipinto a Tempera grassa su tavola di Sandro Botticelli, databile al 1482 circa.

Realizzata per la Villa medicea di Castello, l'Opera d'Arte è conservata nella galleria degli Uffizi a Firenze.

Si tratta del capolavoro dell'Artista, nonché di una delle opere più famose del Rinascimento italiano.

Vanto della Galleria, il formato e alcuni riferimenti filosofici.

Lo straordinario fascino che tuttora esercita sul pubblico è legato anche all'aura di mistero che circonda l'opera, il cui significato più profondo non è ancora stato completamente svelato.


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In un ombroso boschetto, che forma una sorta di semi-cupola di aranci colmi di frutti e arbusti sullo sfondo di un cielo azzurrino, sono disposti nove personaggi, in una composizione bilanciata ritmicamente e fondamentalmente simmetrica attorno al perno centrale della donna col drappo rosso e verde sulla veste setosa.

Il suolo è composto da un verde prato, disseminato da un'infinita varietà di specie vegetali e un ricchissimo campionario di fiori.

I personaggi e l'iconografia generale vennero identificati nel 1888 da A. Gaspary, basandosi sulle indicazioni di Vasari, e, fondamentalmente, non sono più stati messi in discussione.

Cinque anni dopo A. Warburg articolò infatti la descrizione che venne sostanzialmente accettata da tutta la critica, sebbene sfugga tuttora il senso complessivo della scena.

L'opera è, secondo una teoria ampiamente condivisa, ambientata in un boschetto di aranci (il giardino delle Esperidi) e va letta da destra verso sinistra, forse perché la collocazione dell'Opera imponeva una visione preferenziale da destra.

Zefiro, vento di nord ovest e di primavera che piega gli alberi, attira col suo soffio, rapisce contro la volontà di lei la ninfa Clori che dopo il matrimonio, prenderà il nome di Flora, la personificazione della stessa primavera rappresentata come una donna dallo splendido abito fiorito che sparge a terra le infiorescenze che tiene in grembo.

A questa trasformazione allude anche il filo di fiori che già inizia a uscire dalla bocca di Clori durante il suo rapimento. Al centro campeggia Venere, inquadrata da una cornice simmetrica di arbusti, che sorveglia e dirige gli eventi, quale simbolo neoplatonico dell'amore più elevato.

Sopra di lei vola il figlio Cupido, mentre a sinistra si trovano le sue tre tradizionali compagne vestite di veli leggerissimi, le Grazie, occupate in un'armoniosa danza in cui muovono ritmicamente le braccia e intrecciano le dita.

Chiude il gruppo a sinistra un disinteressato Mercurio, coi tipici calzari alati, che col caduceo scaccia le nubi per preservare un'eterna primavera.



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