21 giugno 2021

MUSICA - L. VAN BEETHOVEN - TRIO PER PIANOFORTE, CLARINETTO ( O VIOLINO ) E VIOLONCELLO - OP 38

Ludwig van Beethoven – Trio per Pianoforte, Clarinetto (o Violino) e Violoncello in Mi bemolle maggiore Op. 38

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Con il Settimino Op. 20, presentato al pubblico il 2 Aprile 1800, Beethoven acquista grande popolarità a Vienna, tanto che altri Musicisti, tra cui Bellini e Donizetti, ne traggono idee tematiche e spunti per le loro Composizioni; gli Editori, inoltre, per garantirsi una più ampia diffusione dell’Opera, sollecitano Beethoven a realizzare una versione per un gruppo strumentale più ridotto.


Nel 1803 l’originale Composizione viene quindi rimaneggiata in forma di Trio per Pianoforte, Clarinetto (o Violino) e Violoncello, che viene pubblicato nel 1805 come “Grand Trio” Op. 38; Beethoven lo dedica a J.A. Schmidt, il suo Medico personale.

Il Trio raccoglie subito gli elogi di pubblico e critica e non fa rimpiangere il Brano da cui deriva.

Le parti che nell'Opera 20 erano assegnate agli Archi, sono riscritte per il Pianoforte; Beethoven mantiene quasi inalterata la parte del Clarinetto, mentre per la parte del Violoncello utilizza quella del Fagotto integrandola con passaggi occasionali del Violoncello e del Corno; in aggiunta scrive anche una parte alternativa per il Violino, in modo da assicurare agli editori una maggiore quantità di copie vendute.


Anche il Trio, come il Settimino da cui è tratto, si articola in sei Movimenti; lo stile melodico e accattivante, i temi lisci e ribattuti lo rendono facilmente comprensibile.


L’Adagio introduttivo, ampio ed elegante, conduce all'energico ed espressivo Allegro con brio.


Il secondo Movimento, Adagio cantabile, fa risaltare le qualità liriche del clarinetto. Spiritoso e caratteristico il Minuetto e Trio, mentre il Tema e le Variazioni si snodano con intensità e fantasia fra i tre Strumenti; da notare che secondo Czerny il tema è tratto dalla canzone popolare del Basso Reno “Ach Schiffer”.


Lo Scherzo conserva tutta l’energia e l’eccitazione della versione originale; l’ultimo Movimento, oscuro all'inizio, si trasforma in interazione vivace tra Clarinetto, Pianoforte e Violoncello, con maggiore brio nella parte finale.

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