L'isola del giorno prima è un
Romanzo di Umberto Eco, scritto nel 1994.
Roberto de la Grive, tra il Luglio e
l'Agosto del 1643, a seguito di un naufragio, vaga per
giorni su una zattera finché trae salvezza arrampicandosi su una
nave, la Daphne che si trova in una baia a circa
un miglio da un'isola. La nave è apparentemente deserta.
Man mano che procede nell'ispezione, osservando l'ambiente
circostante, riprende le sue forze e scrive lettere ad una signora,
narrando le vicende presenti e ricordando episodi passati. È
sofferente agli occhi, quindi si muove ed agisce solo dopo il
crepuscolo. Non sa nuotare sicché si trova nella situazione di "aver
fatto naufragio su una nave deserta". A dire il vero
la Daphne sembra abbandonata da poco: è ricca di viveri e
ha una buona scorta d'acqua.
La Daphne si trasforma in
un Teatro della Memoria e ogni tratto gli ricorda un
episodio antico o recente della sua storia. Il nuovo mondo è in
contrapposizione con il mondo conosciuto; in una sospensione
del tempo si avvicendano i ricordi dell'assedio e
della battaglia di Casale Monferrato. Questa è ambientata nella
vicenda della successione al Ducato di Mantova (1630 circa)
che portò molti guai al Monferrato con una
contrapposizione di forze francesi e spagnole. La conquista di nuove
terre, che è nello spirito dell'epoca, viene paragonata alla
conquista della signora. Ne scaturisce il quesito "è amore
quello che aspira alla conquista?"; questo alimenta ulteriori
riflessioni. Nei ricordi di Roberto emerge la realtà della
vita parigina relativa al periodo tra Richelieu e Mazarino,
e nelle discussioni di salotto trapelano cognizioni, filosofia,
usanze, costumi e letteratura dell'epoca.
Roberto scopre un'uccelliera con
una notevole varietà di pennuti, tra cui provvidenziali galline che
depongono uova. Sulla Daphne c'è anche un orto.
Gradualmente riesce a sostenere la luce del giorno e ad osservare il
mondo circostante.
Si rende conto anche che la nave non è
deserta perché qualcuno, a sua insaputa, bagna le piante, trafuga
le uova e sposta gli oggetti. In un ripostiglio trova
numerosi orologi. Poiché è consapevole della strenua lotta fra
stati per la ricerca del punto fijo, ovvero
dell'antimeridiano di Greenwich, Roberto si fa cauto.
La Daphne, come la nave su cui egli viaggiava, potrebbe essere
stata inviata allo scopo di risolvere un problema tanto importante
per gli stati colonizzatori, ovvero il problema delle longitudini.
Seguendo i suoi ricordi, Roberto ricostruisce il viaggio fatto sulla
nave Amarilli.
Tali reminiscenze sono ricche di
informazioni riguardo alle tecniche, ai metodi e ai problemi della
navigazione. In particolare ricorda di aver trovato un cane ferito,
nascosto alla vista dei passeggeri, oggetto di grave tortura nel
tentativo di misurare la longitudine utilizzando il
cosiddetto Unguentum armarium: "... il cane era stato
ferito in Inghilterra e Byrd poneva cura a che esso
rimanesse sempre piagato. Qualcuno a Londra, ogni giorno e
a un'ora fissa e convenuta, faceva qualcosa all'arma colpevole,
o ad un panno imbevuto del sangue della bestia,
provocandone la reazione – forse di sollievo, forse di pena anche
maggiore...".
Finalmente Roberto incontra l'uomo che
condivide la sua esistenza sulla Daphne: è un vecchio gesuita,
padre Caspar. Riceve la conferma che la nave era partita dal Mar
Mediterraneo, circumnavigando l'Africa, per raggiungere le isole
Salomone. Nel suo tragitto aveva raggiunto l'Australia; infine era
approdata alla baia. Poiché padre Caspar aveva subito la puntura di
un insetto, riportandone una pustola e una
gran febbre, l'equipaggio era fuggito sull'isola per timore di
un contagio e aveva lasciato il vecchio solo sulla nave. I selvaggi
dell'isola avevano successivamente sterminato i marinai ed
il capitano. Padre Caspar è dunque rimasto solo.
Il suo obiettivo è raggiungere
la Specola Melitense che è stata in precedenza montata
sull'isola. Buon discepolo di tale maestro, Roberto scopre il mondo
nuovo, con i suoi animali, la sua vegetazione, le sue
caratteristiche. Capisce gradualmente che la Specola Melitense è un
dispositivo completo di strumenti che fornisce un sicuro metodo per
misurare la longitudine sulla terraferma. Si tratta di una
sorta di Mega Orologio, un Libro Animato capace di rivelare tutti i
misteri dell'Universo. L'Instrumentum Arcetricum è invece un
arnese solo abbozzato da Galileo Galilei e realizzato da
Padre Caspar, sicuro metodo per misurare la longitudine da bordo. Nei
vari discorsi emergono ricche informazioni sulle scoperte di Galileo,
sulla teoria copernicana e su quella tolemaica.
Seguono vari tentativi di raggiungere
l'Isola, per i due naufraghi che non sanno nuotare e che
inutilmente si avvalgono di oggetti e stratagemmi. L'ultimo è la
Campana Acquatica: il vecchio si immerge all'interno della campana.
Roberto cerca invano di vederlo riemergere; formula ansioso varie
ipotesi poi si trova a pensare.
"Ma certo, Padre Caspar glielo
aveva ben detto, l'Isola che egli vedeva davanti a sé non era
l'Isola di oggi, bensì quella di ieri. Al di là del
meridiano c'era ancora il giorno prima! Poteva ora attendersi di
vedere ora su quella spiaggia, che era ancora ieri, una persona che
era scesa in acqua oggi? Certamente no. Il vecchio si era immerso nel
primo mattino di quel lunedì, ma se sulla nave era lunedì su
quell'Isola era ancora domenica, e quindi egli avrebbe potuto
vedere il vecchio che vi approdava solo verso il mattino del suo
domani, quando sull'Isola fosse, appena allora, lunedì..."
"..." ma sono io che debbo
aspettare un giorno, lui è semplicemente rientrato nella domenica
non appena ha varcato la linea del meridiano... ma allora l'Isola che
vedo è quella di domenica"...".
"Siccome tutto il prodigio del
meridiano antipodo si gioca tra lo ieri e il domani, non tra ieri e
dopodomani, o domani e l'altro ieri", è "ormai certo che
da quel mare Padre Caspar non sarebbe uscito mai più".
Roberto solo e scoraggiato capisce che
"l'unico modo di uscire dalla sua reclusione deve cercarlo non
nello Spazio invalicabile, ma nel Tempo". Deve raggiungere
l'Isola per "arrestare l'orrido incedere del proprio domani".
Ripete dunque vari tentativi per
imparare a nuotare.
Ripensa ancora alle sue vicissitudini e
attribuisce le cause di ogni sua sventura al fratello Ferrante;
sente acuto il dolore per la separazione dall'amata.
Ritiene liberatorio scrivere un romanzo
sulle sue vicende, mentre intercala le prove natatorie e in esse
progredisce. Pensa Ferrante chiuso su un'isola a guardare una Daphne
seconda che non avrebbe mai raggiunto, separato dalla signora così
come Roberto stesso ne era separato. In un secondo momento immagina
la liberazione di Ferrante e il suo ricongiungimento con la signora
su una nave veloce alla volta del Pacifico alla scoperta di
isole sempre nuove, con mondi possibili solo nei sogni.
Frattanto raggiunge la barriera
corallina presente tra la Daphne e l'Isola. In una escursione è
ferito da un pesce.
La febbre molto alta lo
induce ancor più a farneticare e a sognare: immagina
l'inferno, Giuda e le connessioni possibili con il
paradosso del cambiamento di data. Identifica, nel delirio, Giuda e
Ferrante.
Ripresosi dalla febbre, riflette sul
senso della morte e asserisce: "sono entrato nella
vita, sapendo che la legge è di uscirne". Si rende conto che è
finito sulla Daphne per poter riflettere sulla esistenza e sull'unica
domanda che ci libera dalla paura del "non essere".
Gradualmente si snoda il romanzo
pensato da Roberto e numerose sono le riflessioni dell'autore sulla
tipologia del romanzo.
Ormai conscio della sua imminente
morte, Roberto libera gli uccelli della Daphne, getta a mare gli
orologi per cancellare il tempo, dà fuoco alla nave e si getta in
mare.
L'ultimo capitolo è una duplice
ipotesi di Umberto Eco sulla reale fine di una storia che ha lasciato
solo le carte di Roberto come unica traccia di sé:
a) Abel Tasman, lo scopritore
della terra detta poi Tasmania, punta su una serie di isolette,
registrandole a 17,19 gradi di latitudine sud e
201,35 gradi di longitudine. Trova le carte di Roberto e le consegna
alla Compagnia olandese delle Indie orientali perché è
presente il problema delle longitudini. Solo dopo la scoperta
del cronometro marino di Harrison le carte sono
rese pubbliche.
b) Nel 1789 il
capitano William Bligh, che gli ammutinati del Bounty hanno
calato in una Scialuppa, giunge sul luogo. Scopre le carte e ne è
interessato perché riguardano le isole Salomone.
Tutto il libro riporta
situazioni psicologiche, teorie filosofiche,
concezioni del mondo in contrasto dialettico e la
conclusione di Eco, esaminate le ipotesi a) e b) è che la
sua narrazione non abbia una fine degna d'essere narrata.
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