18 giugno 2023

MUSICA – J.S. BACH – TOCCATA, ADAGIO E FUGA BWV 564 PER ORGANO


Toccata, adagio e fuga in do maggiore, BWV 564

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Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1712 circa
Edizione: Körner, Erfurt, 1848

La Toccata, adagio e fuga in do maggiore appartiene al periodo in cui Bach fu organista alla corte di Weimar (1708-1717), il periodo più ricco della sua produzione organistica. Fu a Weimar che Bach ebbe modo di accostarsi alla musica italiana: se la conoscenza di Albinoni, di Legrenzi, di Corelli e soprattutto di Vivaldi ebbe importanza per la musica strumentale, quella di Frescobaldi - che Bach aveva già avvicinato attraverso Froberger - non mancò di influenzare le sue composizioni organistiche. L'esperienza diretta degli autori italiani giungeva in Bach dopo uno studio approfondito e appassionato dei suoi predecessori tedeschi: e non soltanto di Buxtehude, di Froberger, di Pachelbel, ma anche di Scheidt e di Scheidemann (e, quindi, per loro mediazione, dello stile di Sweelinck), di Boehm e di Muffat (e, attraverso quest'ultimo, della ricca organista francese). Ricchezza di idee e ordine costruttivo si assommano così nell'esperienza bachiana, irrobustita da una fede profonda in Dio e nell'uomo: ed è questa fede che alimenta incessantemente della sua operante vitalità l'attività creativa del musicista di Eisenach.
Si ritiene che la Toccata, adagio e fuga in do maggiore (che lo Schmieder colloca al numero 564 del suo catalogo tematico) appartenga ad uno dei primi anni del periodo di Weimar, più o meno il 1709. Il Dürr vede in questo lavoro per organo un diretto influsso del concerto strumentale italiano, in parallela testimonianza alle numerose trascrizioni per organo di questo stesso periodo. E' un influsso che investe anzitutto la forma, che è tripartita, contrariamente all'uso, seguito quasi sempre anche da Bach, che vuole i pezzi liberi fugati in forma bipartita (la prima parte come introduzione «improvvisante» alla fuga, un vero e proprio «preludio» sciolto da ogni obbligo formale e obbediente solo alla libera intuizione creatrice, una vera e propria «apertura» lirica esclusivamente modellata dall'estro della fantasia). E la tripartizione segue dappresso lo schema del concerto strumentale italiano: una prima parte in tempo veloce (la toccata), una seconda in tempo lento (l'adagio) e una terza nuovamente in tempo veloce (la fuga).

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