Nel Libro ‘ Technika dirizhirovanja ‘ (San Pietroburgo 1967)
–un Libro che in Russia è considerato la Bibbia della Tecnica della Direzione
d’Orchestra ma purtroppo ancora non tradotto- dà una descrizione precisa delle Corone
esistenti e delle loro casistiche.
Ne individua due famiglie principali:
Corone alle quali segue un movimento in battere o completo
Corone alle quali segue un movimento in levare o incompleto
All’interno di ciascuna famiglia possiamo distinguere i
seguenti tipi:
a) Corona alla quale segue fermata (con chiusura, con nuovo
attacco)
b) Corona con cesura (con chiusura, senza fermata)
c) Corona e ripresa del discorso musicale (senza chiusura,
senza cesura, senza fermata)
Ad ogni Corona corrisponde un gesto di chiusura appropriato,
in senso orario o antiorario, dipende da quello che viene dopo.
Come è facilmente immaginabile chiudere una corona non
presenta alcuna difficoltà, lo stesso si può dire del tenere un accordo o una
pausa. Ma paradossalmente nelle corone la difficoltà semmai consiste non tanto
nel chiudere, ma nel mostrare quello che viene dopo, in pratica come riprendere
il discorso.
Per quanto questo possa sembrare strano ci troviamo di
fronte ad un passaggio che può riservare dei rischi.
Esaminando nel dettaglio la realizzazione delle Corone e le cose
che bisogna evitare, sicuramente molti sanno che l’esecuzione di una corona è
divisa in tre fasi:
fermata
chiusura
ripresa del discorso musicale
Come dicevamo sopra le fasi 2 e 3 hanno diversi tipi di
risoluzione, dipende se tra esse c’è un respiro, una cesura, o una ripresa diretta
del discorso, quindi senza respiro e senza cesura. A seconda dei casi la
chiusura può essere in senso orario o antiorario.
E’ facilmente intuibile che per mostrare una corona basta
semplicemente tenere il braccio fermo lì dove è indicata in Partitura.
Ma la cosa che potrebbe destare qualche difficoltà nei Direttori,
certuni bravi musicisti ma non in possesso di una tecnica altrettanto limpida,
è la sua chiusura (fase 2) e la conseguente ripresa del discorso musicale (fase
3).
Il gesto di chiusura, per quanto possa apparire semplice
necessita di una lieve preparazione, deve avere una certa ampiezza per essere
ben visibile a tutti, non deve essere brusco – in modo che i professori abbiano
il tempo di intuire e realizzare per evitare chiusure ruvide.
Deve, infine, essere risoluto nella sua parte finale.
Il consequenziale gesto di ripresa (fase 3) deve realizzarsi
contemporaneamente al respiro (inspirazione) – in fondo si tratta di un
semplice attacco.
Infatti, senza il respiro, il braccio da solo che scende
verticalmente non consente di poter prevedere il momento in cui fermerà la sua
discesa e, quindi, l’esatta determinazione del momento in cui i professori
dovranno riprendere a suonare e questo, in orchestra, può creare un certo
disorientamento ed incertezza.
#Music #History #Corona
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