Il cimitero di Praga è il
sesto romanzo di Umberto Eco, pubblicato nel 2010.
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Trama
Il falsario e agente
segreto Simone Simonini, nell'appartamento soprastante la sua
bottega d rigattiere (che usa come copertura) a Parigi nel 1897,
ormai anziano, inizia ad annotare in un diario gli eventi della sua
esistenza. Egli spera in questo modo di far tornare
alla memoria alcuni ricordi che sembra aver perso a causa
di un'amnesia. Un secondo personaggio, l'abate Dalla
Piccola, che egli sembra non conoscere, ma che vive in un
appartamento comunicante col suo e, inspiegabilmente, conosce molte
cose della vita di Simonini, si intromette con le sue annotazioni nei
fogli di cronaca di quest'ultimo. Le postille si alternano a quelle
dello stesso protagonista, il quale è persuaso (al pari del lettore
che è tratto in inganno dalla crisi d'identità di Simonini) del
convincimento che i due soggetti corrispondano alla medesima
identità, salvo poi ricredersi quando all'interno della narrazione
della propria biografia scorge incongruenze che lo portano a meditare
il contrario. La terza voce è quella del Narratore.
Ripercorrendo i fatti della sua vita,
Simone Simonini ricorda di essere piemontese di nascita;
rimasto molto presto orfano di madre, cresce a Torino assieme
al nonno, Giovanni Battista Simonini, perché il padre, affiliato
alla Carboneria, è spesso lontano, impegnato
nell'organizzazione di moti insurrezionali (morirà nel 1849 durante
la difesa della Repubblica Romana). Al contrario di suo figlio,
Giovanni Battista è invece profondamente reazionario e
bigotto, e trasmette al nipote il suo viscerale odio per gli ebrei
(lo stesso nome del protagonista è stato scelto dal nonno in memoria
di San Simonino, il bambino che, secondo la leggenda, fu ucciso come
vittima sacrificale dagli ebrei di Trento nel XV
Secolo). Simone cresce quindi in un ambiente cupo, oppressivo e
codino, sorvegliato dai precettori gesuiti chiamati dal
nonno, tra cui il padre Bergamaschi, ambiente che alimenta in lui
insensibilità, misantropia, ubbie e idiosincrasie morbose, una
ossessiva misoginia e, per contrasto con la rigida
educazione ricevuta, il disprezzo per la religione: si appassiona
però alla lettura dei feuilleton di Alexandre Dumas,
di cui apprezza soprattutto il Romanzo Giuseppe Balsamo,
incentrato sulla figura di Cagliostro, e di Eugène Sue.
Alla morte del nonno, nel 1855,
Simone scopre che la sua eredità è gravata da molti
debiti ed è costretto, aiutato dagli studi di diritto che
ha concluso, ad andare a lavorare presso il notaio Rebaudengo
(al quale Simonino attribuisce la responsabilità della sottrazione
indebita del patrimonio del nonno). Costui gli insegna a falsificare
documenti, arte in cui ben presto Simonini diventa abilissimo,
attirandosi così le attenzioni dei servizi segreti sabaudi.
Divenuto una spia, Simonini viene inviato in Sicilia al
seguito dei Mille di Giuseppe Garibaldi, e qui conosce
lo scrittore Ippolito Nievo, tenente e tesoriere
dell'esercito dei volontari, di cui si guadagna la fiducia per
potersi così impossessare, su ordine dei servizi savoiardi (che gli
ingiungono di limitarsi alla esclusiva distruzione delle carte), dei
registri contabili da questi conservati. Allo scopo di far sparire
questa documentazione, che potrebbe provare i finanziamenti elargiti
sottobanco dai Savoia, Simonini provoca l'affondamento del piroscafo
Ercole su cui viaggia Nievo, nonché la morte dello stesso.
Tornato a Torino, i servizi lo inviano
a Parigi, dove Simonini inizia a lavorare per il
controspionaggio dell'Impero francese. Nel frattempo, ispirandosi ai
romanzi di Dumas e Sue, ha iniziato a fabbricare un documento
fittizio, dapprima indirizzato al discredito dei gesuiti,
successivamente rivolto agli ebrei, in cui viene messo in scena un
supposto conciliabolo notturno dei rabbini capi delle varie
comunità ebraiche d'Europa nel vecchio cimitero ebraico di
Praga, nel quale costoro espongono i loro piani per la conquista del
mondo e la distruzione del cristianesimo. Ulteriore materiale,
utile alla fabbricazione del testo, viene fornito al falsario dalla
lettura di un libro contro Napoleone III, Dialoghi agli inferi
tra Machiavelli e Montesquieu, scritto dal giornalista Maurice
Joly, che conosce in prigione, dove era stato inviato dal governo
francese per acquisire informazioni sullo stesso e constatarne la
pericolosità, e che poi ucciderà, simulandone il suicidio. Sempre
per conto dei servizi francesi, infiltrandosi negli ambienti
dell'anarchismo, fa arrestare un gruppo di cospiratori, guidato
dall'italiano Gaviali, che preparavano un attentato contro
l'imperatore.
Intenzionato a vendere al miglior
offerente il suo materiale sugli ebrei, che nel frattempo continua ad
arricchire di particolari desunti dalle fonti più diverse e
opportunamente adattati, Simonini entra in contatto anche con i
servizi prussiani, conoscendo uno scrittore di nome Hermann
Goedsche, il quale però si appropria della materia della sua opera
che inserirà nel proprio romanzo, Biarritz. Con lo scoppio
della guerra franco-prussiana, però, il Secondo Impero di
Napoleone III crolla e Simonini si trova coinvolto nei giorni
terribili della Comune di Parigi. Passato rapidamente al soldo
della Terza repubblica francese, negli anni successivi lavora a
consolidare i suoi numerosi contatti (tra i quali il suo stesso
precettore di un tempo, padre Bergamaschi, anch'egli interessato a
ottenere dall'antico allievo materiale contro i nemici della Chiesa,
massoni ed ebrei), mentre nel frattempo anche l'attività di semplice
falsario per clienti privati contribuisce ad aumentare i suoi
introiti, assicurandogli una discreta fortuna, sebbene il suo stile
di vita continui a essere molto modesto e solitario, non coltivando
egli alcuna relazione personale e concedendosi un'unica grande
passione, quella per la buona tavola.
Ma il pensiero fisso di Simonini resta
l'intenzione di procacciare la sua opera migliore, il falso documento
sulla congiura ebraica intitolato inizialmente Il cimitero
di Praga, e ormai ribattezzato i Protocolli: in essi vengono
sfruttati tutti i possibili stereotipi antiebraici, utili a
suscitare la paura e l'odio di tutti gli strati sociali, dal clero,
cui si rivolgono i passi in cui gli ebrei sono presentati come
diabolici nemici della cristianità, fomentatori del libero pensiero
e della massoneria, alla piccola borghesia, per la quale gli
ebrei vengono dipinti come ispiratori di
movimenti socialisti e comunisti, e in ultimo
al proletariato, cui invece vengono additati come usurai,
padroni della finanza e delle banche mondiali e
affamatori del popolo.
Nel suo diario, Simonini rievoca anche
il suo incontro con un abate di nome Dalla Piccola, che gli aveva
commissionato, a nome dei gesuiti, uno scritto contro gli ebrei.
Questi lo aveva poi accusato di avergli fornito materiale non
originale tratto dal romanzo Biarritz (nei fatti si rivela
essere il romanzo di Goedsche a essere stato copiato
dai Protocolli di Simonini), il cui autore Goedsche sarà
messo a tacere in seguito dai gesuiti: per evitare di essere
smascherato, Simonini uccide Dalla Piccola nascondendone il corpo
nella cloaca del proprio pied-à-terre.
Non si tratta, però, evidentemente,
del Dalla Piccola che continua periodicamente a inserirsi nel suo
racconto, perché egli riprende nuovamente la parola per narrare la
sua storia: negli stessi anni, dunque, Dalla Piccola entra in
contatto con personaggi equivoci quali il
Sacerdote satanista Joseph-Antoine Boullan e
soprattutto lo scrittore Léo Taxil, autore di scritti
violentemente anticattolici, con i quali organizza un'elaborata
truffa. Taxil, un tempo affiliato alla massoneria, simula una sua
sorprendente conversione al cattolicesimo, e inizia a produrre una
serie di scritti polemici dal vastissimo successo commerciale in cui
denuncia le pratiche esoteriche e misteriose che sarebbero praticate
nelle varie logge. Per rendere ancora più credibili le descrizioni
degli inquietanti riti, Dalla Piccola prende in custodia dal dottor
Du Maurier, direttore di una clinica psichiatrica a Vincennes,
una giovane paziente dal passato misterioso, di nome Diana, soggetta
a crisi isteriche, nel corso delle quali soffre di un curioso
caso di sdoppiamento della personalità, passa dall'essere pia e
devota ed estremamente pudica ad assumere atteggiamenti lascivi e
provocanti, abbandonandosi alla descrizione di fantastici culti
satanici e a messe nere cui avrebbe partecipato. Rinchiusa la ragazza
in un appartamento di sua proprietà, Dalla Piccola, assieme a Taxil,
attinge da lei i racconti con cui alimentare il flusso di
pubblicazioni antimassoniche, che hanno una straordinaria diffusione
negli ambienti cattolici, tanto da far guadagnare a Taxil persino un
incontro con Papa Leone XIII in persona. A un certo punto, poi,
è la stessa Diana, cui viene dato il cognome Vaughan, a essere
presentata come l'autrice dei libri: Dalla Piccola, Taxil e Boullan
ne inventano la storia, immaginando che ella sia stata un'adepta del
culto palladiano pentitasi e tornata alla fede cattolica. Dopo
qualche tempo, comunque, iniziano a sorgere i primi dubbi
sull'autenticità della storia di Diana. Taxil, dopo che il
dottor Charles Hacks (autore de Le diable au XIX
siècle, pubblicato con lo pseudonimo di Bataille), artefice
insieme a Taxil, Dalla Piccola e Boullan delle pubblicazioni tese a
infangare la massoneria, ha rivelato la falsità della conversione di
Diana Vaughan dichiarando di aver voluto sfruttare la dabbenaggine
dei cattolici, ansioso di far parlare ancor più di sé, prepara una
clamorosa ritrattazione e abbandona il gruppo.
Intenzionato a raccogliere informazioni
sulla massoneria, Simonini si accredita presso gli ambienti
repubblicani, a suo giudizio, un buon pretesto per entrare in
contatto con i massoni. Nello stesso periodo, attraverso la
mediazione di Juliana Glinka, alla quale aveva cercato di sbolognare
fantasticherie antiebraiche, entra in contatto con il responsabile
delle investigazioni all'estero del servizio segreto russo Pyotr
Rachkovskij. Inizia a collaborare dunque con l'Okhrana, la polizia
segreta della Russia zarista, anch'essa interessata a
reperire prove della cospirazione semitica per i suoi scopi. Nel
frattempo, Simonini viene coinvolto nel celebre "affare
Dreyfus", contribuendo, mediante la fabbricazione di un
documento falso che imita la calligrafia dell'ufficiale
ebreo-alsaziano Alfred Dreyfus (attribuendogli la responsabilità
di attività spionistiche in funzione antifrancese), a farlo
incriminare di tradimento e a farlo confinare sull'Isola del Diavolo.
La sera del 21 Marzo 1897 (il
giorno precedente alla misteriosa amnesia di Simonini, e alla sua
prima annotazione nel diario), Dalla Piccola partecipa, assieme a
Diana, a una messa nera, poi risoltasi in sabba, officiata
da Boullan, nel corso della quale la donna, in preda a frenesia
erotica, abusa dell'abate. La mattina dopo, Dalla Piccola scopre con
orrore che Diana è ebrea e, fuori di sé all'idea di aver avuto
un rapporto sessuale con una donna e di poter diventare
padre di un bambino ebreo, uccide Diana e Boullan, nascondendone i
cadaveri nel condotto fognario sottostante la propria abitazione.
Tali eventi sono stati la causa del trauma che ha
determinato la parziale perdita di memoria in Simonini, il quale ha
cancellato dalla sua mente tutto quanto gli era accaduto quando
impersonava Dalla Piccola: si scopre infatti che Simonini e Dalla
Piccola (personaggio sotto le cui spoglie Simonini aveva iniziato a
nascondersi quando era stato costretto da Lagrange a entrare in
contatto con Boullan) sono la stessa persona. A causa
dello choc seguito ad un evento molto traumatico le due
personalità si sono sdoppiate e l'una non aveva più coscienza
dell'altra. Grazie al metodo di rievocare i ricordi attraverso la
scrittura (suggerito al protagonista da un incontro casuale con un
giovane e ancora sconosciuto Sigmund Freud), Simonini ricompone
le storie dei due personaggi rielaborando gli accadimenti della
propria vita.
Dopo un'interruzione della redazione
del diario, che si protrae per circa un anno, Simonini riprende a
scrivere e riporta di essere ancora alle prese con i servizi segreti
russi che continuano a incalzarlo per avere i Protocolli,
arrivando anche a ricattarlo minacciando di far uscire allo scoperto
i suoi delitti. Simonini teme che il suo nome possa essere
ricollegato al falso documento che ha incriminato Dreyfus, ma riceve
le rassicurazioni di Rachkovskij il quale dichiara che è interesse
della Francia che il bordereau fittizio sia creduto
autentico. Finalmente porta a termine il suo lavoro e lo consegna a
un agente di nome Matvei Golovinskij. Non può sapere che il suo
testo è destinato ad avere una sinistra influenza su tutto il XX
Secolo.
L'ultima annotazione nel diario è del
Dicembre 1898: il romanzo si chiude con la preparazione di un
attentato nella costruenda metropolitana di Parigi, in cui
Simonini è incaricato di piazzare una bomba fabbricata da
Gaviali, operazione in cui, presumibilmente, perderà la vita, poiché
il suo diario si interrompe bruscamente.