Interpreti : A. Delon, B. Luncaster, C.
Cardinale, P. Stoppa.
Premi e Riconoscimenti :
Festival di Cannes : 1963
Nel Maggio 1860, dopo lo sbarco
a Marsala di Garibaldi in Sicilia, Don Fabrizio
assiste con distacco e con malinconia alla fine dell'aristocrazia. La
classe dei nobili capisce che ormai è prossima la fine della loro
superiorità: infatti gli amministratori e i latifondisti della
nuova classe sociale in ascesa approfittano della nuova situazione
politica.
Don Fabrizio, appartenente a una
famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal nipote prediletto
Tancredi che, pur combattendo nelle file garibaldine, cerca di
far volgere gli eventi a proprio vantaggio e cita la famosa frase:
"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto
cambi". Specchio della realtà siciliana, questa frase
simboleggia la capacità di adattamento che i siciliani, sottoposti
nel corso della storia all'amministrazione di molti governanti
stranieri, hanno dovuto per forza sviluppare. E anche la risposta di
Don Fabrizio è emblematica: "...E dopo sarà diverso, ma
peggiore."
Quando, come tutti gli anni, il
principe con tutta la famiglia si reca nella residenza estiva di
Donnafugata, trova come nuovo sindaco del paese Calogero Sedara, un
borghese di umili origini, rozzo e poco istruito, che si è
arricchito e ha fatto carriera in campo politico. Tancredi, che in
precedenza aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, la figlia
maggiore del principe, s'innamora di Angelica, figlia di don
Calogero, che infine sposerà, sicuramente attratto dal suo notevole
patrimonio.
Episodio significativo è l'arrivo a
Donnafugata di un funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley di
Monterzuolo, che offre a Don Fabrizio la nomina a senatore del
nuovo Regno d'Italia. Il principe però rifiuta, sentendosi
troppo legato al vecchio mondo siciliano, citando come risposta al
cavaliere la frase: "In Sicilia non importa far male o bene: il
peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello
di 'fare'".
Il connubio tra la nuova borghesia e la
declinante aristocrazia è un cambiamento ormai inconfutabile: Don
Fabrizio ne avrà la conferma durante un grandioso ballo, al termine
del quale inizierà a meditare sul significato dei nuovi eventi e a
fare un sofferto bilancio della sua vita.
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