Trecento metri prima un'altra lapide ricorda la casa di Ada Negri, a 5 minuti
dalla piccola fabbrica che fu della famiglia Einstein ...e ancora si ricorda
Albert che in bicicletta andava sulle rive del Ticino.
#History #Pavia #Italy #Tourism
Più su abitava Alessandro Volta, inventore della pila, vicino alla casa di Cardano. E a
Scendendo verso il fiume trovi la basilica di San Michele
dove venivano incoronati i Re di un regno che si estendeva fino a Benevento e
dove fu incoronato Federico Barbarossa fra i Te Deum dei cori e i bassorilievi
di sirene e grifoni, draghi e arabeschi che ornano la facciata da mille anni
esatti.
Appena fuori le mura appare la chiesetta costruita in una
notte da Carlo Magno a Santa Sofia, l'antico porto di Pavia, per battezzare la
figlia Adelaide che nacque durante l'anno in cui il futuro Imperatore del Sacro
Romano Impero tenne in assedio la città, dopo aver ripudiato la figlia
dell'ultimo sovrano longobardo, Re Desiderio, che la notte, spaventato, si
recava in San Michele a pregare…..
e verso nord, ad un soffio fuori dalle mura esterne, la cascina Repentita dove il Re francese Francesco I, sconfitto nel 1525, rinchiuso prigioniero chiese del cibo e la contadina mise insieme brodo uova e formaggio inventando la famosa zuppa pavese, e lui ne fu talmente entusiasta che portò la ricetta a corte diffondendola nel mondo come "Soupe a la pavoise".
e verso nord, ad un soffio fuori dalle mura esterne, la cascina Repentita dove il Re francese Francesco I, sconfitto nel 1525, rinchiuso prigioniero chiese del cibo e la contadina mise insieme brodo uova e formaggio inventando la famosa zuppa pavese, e lui ne fu talmente entusiasta che portò la ricetta a corte diffondendola nel mondo come "Soupe a la pavoise".
Nel centro fisico di Papiae ecco il Duomo, la terza cupola
più grande d'Italia dopo Roma e Firenze, con i resti di San Siro, Patrono di
Pavia, che la leggenda vuole essere quel fanciullo che seguiva Gesù assieme ai
seguaci e fornì i pani e i pesci per il famoso miracolo, costruita sui resti
della Basilica di Santo Stefano, tanto prediletta da Federico Barbarossa che
egli stesso e la consorte contribuirono ad abbellirla e dove per molti secoli
si trovò un misterioso tumulo funerario che molti credettero essere la sua
tomba.
Anzi qualcuno sostiene che proprio in Santo Stefano e non in San Michele Maggiore, venne incoronato per sua volontà.
Pavia è la città di San Severino Boezio, Filosofo
fondamentale per la forma del pensiero cristiano, seviziato e ucciso
ingiustamente da Teodorico, re degli Ostrogoti che aveva già eletto Pavia una
delle capitali del suo Regno italico facendo costruire un Palazzo Reale dove
oggi si trova il Monastero della Mostiola. I resti di San Severino Boezio
riposano nella Cripta della Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro davanti al
pozzo la cui acqua era considerata miracolosa e bevuta ritualmente dai Re.
San Pietro in Ciel d'Oro, chiesa a nord della Capitale,
costruita su un antico cimitero romano all'interno della quale oltre a Boezio
sono sepolti Sant'Agostino, una dei punti di riferimento fondamentali della
religione cristiana, Re Liutprando e dove in passato transitarono anche le
salme di alcune figure di rilievo del casato dei Visconti compreso Galeazzo II
Visconti che costruì nel 1360 lo splendido Castello Visconto dove Il 17 Gennaio
1491, nella Cappella Ducale del Castello, Ludovico il Moro sposò Beatrice
d'Este.
San Pietro in Ciel d'Oro è citata nel Paradiso di Dante, i
cui versi sono scolpiti in una lapide all'ingresso. Anche il Petrarca,
innamorato della Città, la cita in una bellissima lettera all'amico Boccaccio
che invita a vistare questa "splendida città costruita su un altipiano
dall'aria salubre".
E se ciò non bastasse il Boccaccio stesso vi ambientò l'ultima novella del Decameron, capolavoro della Letteratura italiana e mondiale. Boccaccio ambienta in un bellissimo scenario della parte terza della novella nona della giornata decima del suo Decamerone, la novella, insomma, di messer Torello da Pavia.
E se ciò non bastasse il Boccaccio stesso vi ambientò l'ultima novella del Decameron, capolavoro della Letteratura italiana e mondiale. Boccaccio ambienta in un bellissimo scenario della parte terza della novella nona della giornata decima del suo Decamerone, la novella, insomma, di messer Torello da Pavia.
Pavia è citata nel "Decameron" anche nella seconda novella della
terza giornata ("Agilulf re de' longobardi, sì come i suoi predecessori
avevan fatto, in Pavia città di Lombardia fermò il solio del suo regno, avendo
presa per moglie Teudelinga...
E senza dimenticare la scuola di studi voluta da Carlo Magno
presso l'attiguo Monastero, embrione di una delle Università più antiche del Mondo,
dove a dirigere fu chiamato il Monaco irlandese Dungall (Dungallo) e dove si
formò il Monaco Paolo Diacono, che divenne storico e poeta dei Longobardi,
scrivendone la storia; ma anche Carlo Magno si avvarrà dello storico.
Papi e Imperatori concessero donazioni e privilegi che tra l'VIII e il XIV Secolo
ne fecero uno dei più potenti e significativi centri culturali e religiosi del
Medioevo europeo.
Vi furono ospitati importanti personaggi come San Maiolo e l'Imperatore Enrico Il.
Vi furono ospitati importanti personaggi come San Maiolo e l'Imperatore Enrico Il.
Non c'è più il Palazzo Imperiale costruito da Teodorico dove
poi vissero Alboino e Teodolinda, trasferitosi poi a Verona e Monza per paura
delle tresche di Palazzo, Rotari e Liutprando e tutti i Re longobardi a
seguire.... e quel Ariperto II che rubò tutto il tesoro di palazzo e affogò in
Ticino con il peso di tutto l'oro,
e nemmeno l’originale della statua equestre detta Regisole in faccia alla Cattedrale, forse anticamente meccanica come usava a Bisanzio,
svanite le tracce anche dell'anfiteatro e delle terme frequentate da Teodote, splendida fanciulla romana di cui Re Cuniperto si invaghì e dopo averle usato violenza con inganno la fece rinchiudere in monastero, detto della Pusterla di cui oggi esiste ancora la via, dove i resti di Teodote, diventata Badessa, riposarono a lungo e i cui Plutei, lastre di marmo capolavoro di scultura dell'epoca, sono visibili nel Museo del Castello Visconteo.
e nemmeno l’originale della statua equestre detta Regisole in faccia alla Cattedrale, forse anticamente meccanica come usava a Bisanzio,
svanite le tracce anche dell'anfiteatro e delle terme frequentate da Teodote, splendida fanciulla romana di cui Re Cuniperto si invaghì e dopo averle usato violenza con inganno la fece rinchiudere in monastero, detto della Pusterla di cui oggi esiste ancora la via, dove i resti di Teodote, diventata Badessa, riposarono a lungo e i cui Plutei, lastre di marmo capolavoro di scultura dell'epoca, sono visibili nel Museo del Castello Visconteo.
Possiamo supporre il luogo dove venne emanato l'Editto di
Rotari promulgato alla mezzanotte fra il 22 Novembre e il 23 Novembre del 643 e
che cambiò la storia del diritto medioevale...e poi ancora la casa di
Spallanzani...la Cripta di Sant'Eusebio, basilica ariana dei Longobardi proprio
sotto le tre enigmatiche Torri medioevali, parallelepipedi altissimi fino a 50 metri , dall'utilizzo
non ancora chiaro, simboli della Città,...e poi ancora il naviglio progettato
da Leonardo che visse in Città diverso tempo all'Osteria del Saracino in
compagnia del suo allievo e forse amante prediletto, Giagiacomo Caprotti detto
il Salai, che alcuni studiosi vogliono sia in realtà il viso prestato alla
Gioconda.
Leonardo studiò la costruzione del Duomo dalla forma
circolare come ritroviamo nei suoi noti disegni che ricopiano la Chiesa Santa
Maria delle Pertiche, dove i Longobardi avevano un Cimitero e ponevano una
colomba su ogni palo in ricordo dei guerrieri morti in battaglia.
E a proposito di Regisole... Leonardo passò molto tempo a disegnare diverse
versioni del cavallo del Regisole per progettare quello promesso a Ludovico il
Moro e quindi non ispirandosi come dice la storia al Marco Aurelio, ma alla
statua pavese di fronte al Duomo..."che come più di ogni altra statua di
cavallo, sembra dotata di movimento".
E poi c'è un'altra targa antichissima che ricorda l'entrata
in Pavia, dopo tre anni di assedio, del re longobardo Alboino, che cadde da
cavallo nel 572 d. C.proprio in quel punto, a metà circa dell'attuale Corso
Garibaldi.
Inferocito dai tre anni di assedio e dalla caduta promise razzie immani.
Qualcuno gli suggerì che il cavallo si fosse accasciato per la sua promessa di radere al suolo la Città e lo invitò a ritirare il suo verdetto per scongiurare il maleficio e ciò fatto il suo cavallo di colpo si rialzò e un panettiere pavese donò lui un dolce a forma di colomba, ed essendo Pasqua, la colomba divenne il dolce simbolo di pace e della Pasqua in tutto il Mondo.
Qualcuno gli suggerì che il cavallo si fosse accasciato per la sua promessa di radere al suolo la Città e lo invitò a ritirare il suo verdetto per scongiurare il maleficio e ciò fatto il suo cavallo di colpo si rialzò e un panettiere pavese donò lui un dolce a forma di colomba, ed essendo Pasqua, la colomba divenne il dolce simbolo di pace e della Pasqua in tutto il Mondo.
Una seconda versione della leggenda vuole che invece il dolce fosse un pane
ricco di uvetta, cioè il Panettone, e quindi che proprio li fosse nato il dolce
che sta facendo impazzire gli americani in questi anni.
E che dire di Francesco Petrarca di casa vicino alla Piazza che oggi porta il suo nome e dove anticamente svettava una torre che fu la prigione di Severino Boezio?
Il grande letterato visse in vari momenti in quella città che ormai si chiamava Papiae, nel periodo dal 1353 al 1361, allorché scrisse in venti epistole, contenute nel Regesto, tutto il suo amore per Pavia facendola conoscere a tutto il mondo allora conosciuto, amore che dichiarò anche all'amico Giovanni Boccaccio in una famosa e splendida lettera. Il Petrarca a Pavia perse il nipotino di due anni, sepolto in una Chiesa in centro vicino alla tomba di San Zeno. Della Chiesa di San Zeno restano alcuni ruderi in Piazza Guicciardi.
E che dire di Francesco Petrarca di casa vicino alla Piazza che oggi porta il suo nome e dove anticamente svettava una torre che fu la prigione di Severino Boezio?
Il grande letterato visse in vari momenti in quella città che ormai si chiamava Papiae, nel periodo dal 1353 al 1361, allorché scrisse in venti epistole, contenute nel Regesto, tutto il suo amore per Pavia facendola conoscere a tutto il mondo allora conosciuto, amore che dichiarò anche all'amico Giovanni Boccaccio in una famosa e splendida lettera. Il Petrarca a Pavia perse il nipotino di due anni, sepolto in una Chiesa in centro vicino alla tomba di San Zeno. Della Chiesa di San Zeno restano alcuni ruderi in Piazza Guicciardi.
Pavia fu il centro del potere iconografico e fino al 1200,
una delle tre città più importanti d'Europa, la città dove venivano incoronati
re e imperatori, tanto che in Vaticano un documento ricordava:
"Come Roma incorona l’Imperatore con il suo Papa nella Chiesa di San Pietro, così Pavia con il suo vescovo incorona il re nella chiesa di San Michele maggiore, dove di trova una pietra rotonda con quattro altre pietre rotonde".
"Come Roma incorona l’Imperatore con il suo Papa nella Chiesa di San Pietro, così Pavia con il suo vescovo incorona il re nella chiesa di San Michele maggiore, dove di trova una pietra rotonda con quattro altre pietre rotonde".
...E alla fine ti accorgi che Pavia non è la classica città
di provincia, forse nemmeno di provincia, ma un'antica capitale, una metropoli
mancata, un concentrato sconosciuto di storia, di quella che ha cambiato le
cose, gli uomini, i tempi.
Una città con 25 mila studenti universitari su nemmeno 100 mila abitanti dove hanno studiato o insegnato nomi illustri di oggi e di ieri come il Nobel Rubbia, Pannella, Vecchioni, Foscolo, Carducci, Volta, Forlanini, Golgi, Galvani, Beppe Severgnini, Samantha Cristoforetti, il Premio Nobel Giulio Natta e molti altri...
Nobel e inventori, scienziati e letterati, artisti e poeti che forse passavano frettolosi davanti all'ingresso dell'Università in Strada Nuova, dove di fronte si trova l'antica Pasticceria Vigoni che inventò la Torta Paradiso e Torta Margherita.
Una città con 25 mila studenti universitari su nemmeno 100 mila abitanti dove hanno studiato o insegnato nomi illustri di oggi e di ieri come il Nobel Rubbia, Pannella, Vecchioni, Foscolo, Carducci, Volta, Forlanini, Golgi, Galvani, Beppe Severgnini, Samantha Cristoforetti, il Premio Nobel Giulio Natta e molti altri...
Nobel e inventori, scienziati e letterati, artisti e poeti che forse passavano frettolosi davanti all'ingresso dell'Università in Strada Nuova, dove di fronte si trova l'antica Pasticceria Vigoni che inventò la Torta Paradiso e Torta Margherita.
Bella da morire, misteriosa e antica, una nobile dama che
ritrosa, non si lascia scoprire, ma si da poco alla volta fra quei vicoli nebbiosi
che sanno di legno bruciato nei camini e antiche pietre in cotto rosso come le
sue cento torri altissime da far vergognare Bologna.
Pavia discretamente aristocratica, inspiegabilmente dimenticata, colta e dotta, romantica e dalla storia ingiustamente ignorata anche e soprattutto dai suoi abitanti, che ha regalato pagine di storia immortali, che ha visto gli uomini che hanno cambiato la Storia, con il suo dialetto ricco di suoni francesi e tedeschi, quasi un milanese con i primi soffi di emiliano.
Pavia discretamente aristocratica, inspiegabilmente dimenticata, colta e dotta, romantica e dalla storia ingiustamente ignorata anche e soprattutto dai suoi abitanti, che ha regalato pagine di storia immortali, che ha visto gli uomini che hanno cambiato la Storia, con il suo dialetto ricco di suoni francesi e tedeschi, quasi un milanese con i primi soffi di emiliano.
La sua Storia è quella di una grande città concentrata in strette mura e un
borgo aldilà di quel amato fiume che i pavesi di Burgh-à-Bass, quasi una città
nella città in riva al Ticino, chiamano "Canàl", quasi fosse fatto da
loro, tanto è pavese il Ticino.
Tanto bella che basta un po' di pioggia per diventare così
magica che se ti capita di fare due foto a caso fra i vicoli dal lucido
selciato di sassi, lei ti regala immagini irripetibili, lei che fu prima una
delle Capitali del Regno Ostrogoto con Teodorico e poi per 200 anni la capitale
del Regno Longobardo e quindi di quasi tutta la penisola e poi ancora per
secoli la città dove venivano incoronati i Re italici e imperatori con una
cerimonia ricca di rituali antichi ed esoterici e riti quasi magici che si fondono
con arcaici simbolismi con cui fu costruita San Michele, un posto mistico e
quasi mitologico stracolmo di magia, mistero e phatos alto medioevale.
Anzi San Michele è il simbolo del Medioevo: quando si smise
di incoronare i Re, verso la fine del 1100, iniziano i bagliori dell'era dei
Comuni, progenitrice del Rinascimento, da cui Pavia rimase esclusa, soggiogata
da Milano, brinata nel suo essere futura metropoli europea e questo spiega un
centro storico così enorme rispetto alla città ridotta che poi è rimasta.
Pavia è un'antica bomboniera in cui trovi tutto quello che
ti puoi immaginare in una fiaba medioevale: i draghi, i grifoni, i diavoli e le
sirene di San Michele, i fantasmi dei santi condannati a morte, i Re e Imperatori,
le nebbie, i barbari, le leggende, le Regine coraggiose, le epiche battaglie di
Re e Imperatori, i lunghi assedi, antichi Monasteri e angeli impressi nei muri,
pozzi di acque miracolose, alberi magici che guariscono bimbi e antichissime
chiese per battezzare solo fanciulle le altissime torri squadrate e gli
intrallazzi di Palazzo, i vescovi che diventavano tutti Santi, le cripte
antiche, i monasteri di Badesse stuprate e leggende di fiume.
Pavia è il fascino dell'Europa che inizia dove ormai il
Mediterraneo è solo un ricordo,.....e se ci passi una sera d'inverno, con la
nebbia, fra i suoi antichi vicoli e i cento Monasteri medioevali, fra le sue
altissime enigmatiche torri o la penombra di Chiese millenarie, scopri che è
una delle città più fiabesche e misteriose d'Italia, e non te la dimentichi
più,
Proprio come una bellissima donna.
Proprio come una bellissima donna.
NON dimentichiamo della Nostra Storia.
PROSIT
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